Infermieri del futuro: la professione è in crisi. Se n’è discusso in Puglia nel corso del Convegno sull’Infermieristica del Futuro organizzato dall’OPI di Foggia.
Al convegno di tre giorni organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Foggia, come noto presieduto da Michele Del Gaudio, è emerso un quadro allarmante sullo stato della professione infermieristica in Italia.
Al convegno presso il complesso turistico di Pugnochiuso si è discusso di Infermieri del futuro e della necessità di rilanciare l’intera professione, dalla base alla dirigenza. Tanti i temi affrontati: dalla formazione universitaria agli stipendi da fame, dalla dirigenza isolata e senza potere alla perdita di attrattività.
Tra l’altro sono stati analizzati i dati sulla preselezione ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie (e quindi anche ad Infermieristica) e ai Corsi di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche: i primi sono in forte calo, con punte che vanno dal -10 al – 50%; i secondo sono praticamente pari all’anno scorso, quando ci fu un boom di iscrizioni pari a +20%.
Quegli stipendi da fame.
La discussione maggiore si è registrata sugli stipendi: con 1600 euro gli Infermieri vivono bene al Sud, ma praticamente muoiono di fame al Centro e al Nord dell’Italia.
Anche per questo si registrano una infinità di licenziamenti di colleghi Infermieri per trasferirsi nel Meridione o veri e propri abbandoni della professione, con Infermieri che decidono di fare i badanti, i muratori, i camerieri ed altro. Professioni queste ultime che possono portare anche a stipendi di 3000 euro al mese.
I dati presentati al convegno sono chiari: le iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica sono in forte calo, con punte che vanno dal -10 al -50%. Questo calo è particolarmente evidente al Nord e al Centro Italia, dove gli stipendi degli infermieri sono più bassi.
Un altro problema grave è quello degli stipendi, che sono spesso inadeguati al livello di formazione e responsabilità richiesto. Con un salario medio di 1.600 euro al mese, gli infermieri vivono bene al Sud, ma al Centro e al Nord non riescono a far quadrare i conti.
Questa situazione ha portato a una crescente fuga di cervelli, con molti infermieri che abbandonano la professione per trasferirsi al Sud o per dedicarsi ad altre attività, come la cura degli anziani, l’edilizia o la ristorazione.
Insomma, la professione infermieristica non attira più i giovani, che la vedono come un ripiego. È necessario un intervento urgente da parte del governo per rilanciare la professione e garantirne il futuro.
Le proposte degli infermieri.
Gli infermieri hanno messo in campo una serie di proposte per rilanciare la professione:
- Aumento degli stipendi, in linea con il livello di formazione e responsabilità richiesto.
- Miglioramento delle condizioni di lavoro, con meno turni massacranti e più tempo per la formazione e la crescita professionale.
- Potenziamento della formazione universitaria, con un focus maggiore sulla ricerca e sull’innovazione.
- Maggiore autonomia e potere per la dirigenza infermieristica, per garantire un’assistenza di qualità ai pazienti.
Se queste proposte non verranno accolte, è probabile che la crisi della professione infermieristica si aggraverà ulteriormente, con conseguenze negative per il sistema sanitario italiano.
Un scenario quasi catastrofico.
Insomma per farla breve la Professione dell’Infermiere non attira più i giovani, che la vedono come un ripiego e che preferiscono fare altro. Forse è arrivato il momento di mettere in piedi una sonora protesta con l’attuale e i futuri Governi. Se gli Infermieri vanno via dai luoghi di cura l’Italia sanitaria si ferma.
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Mangiacavalli (FNOPI): “mancano gli Infermieri in Italia, carenza mai così drammatica”.
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