La lettera di un collega riapre la discussione sul ruolo del coordinamento nella professione infermieristica. Vittime o aguzzini?
Un Infermiere Coordinatore ci racconta la sua vita professionale, molto difficile: tra dirigenza e comparto, tante responsabilità e poca gloria. Ecco il suo scritto.
Gentile Redazione di AssoCareNews.it,
con la presente Vi chiedo di poter pubblicare questa mia missiva. Sono coordinatore infermieristico da oltre 10 anni e amo il mio lavoro.
Coordinare e gestire un reparto non vuol dire movimentare numeri ma, per dirla calcisticamente, mettere in campo una squadra nel modo migliore possibile. Per arrivare alla migliore qualità, all’esaltazione del singolo e del gruppo.
Purtroppo capisco che spesso questi intenti non sono apprezzati dai nostri colleghi.
Un coordinatore ci mette il cuore e spesso ingoia rospi che non è disposto a ingoiare. Ma essere un buon preposto significa dover mediare tra comparto e dirigenza e questo genera molta solitudine.
Gli stessi colleghi con cui hai fatto turno, dopo un pò perdono la confidenza e me ne rendo conto che anche da parte mia succede lo stesso.
Vorrei però fare un appello: siamo tutti colleghi, indipendentemente dal colore della casacca o camice.
Non dimentichiamolo.
Distinti Saluti.
Riccardo G., un coordinatore infermieristico… ma sempre infermiere!