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TSRM: verso la distruzione definitiva di una professione sanitaria?

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Una preliminare “Onta definitiva”. Mantra sbagliati e politiche dis-conoscitive: 23 anni di distruzione di una professione, quella del TSRM.

A far tempo (almeno così sembrerebbe) dal novembre 2021, ossia da poco più di un anno, sul sito istituzionale della Federazione Nazionale Ordini TSRM e PSTRP [1] è pubblicato un documento (nemmeno datato) dal titolo: Procedura per la giustificazione preliminare delle indagini radiologiche, aggiornata al dlgs 101/2020. Ad esso è collegato un altro documento [2] che sembra stia informalmente circolando tra gli addetti ai lavori, pubblici e privati.

Il tentativo segue – ed è il coronamento – dell’impegno di una serie di (immancabili) gruppi di lavoro multi professionali, che hanno fatto seguito al documento “Management della erogazione delle prestazioni di diagnostica per immagini”, sottoscritto presso il Ministero della Salute in data 17/12/2013 «nel rispetto di quanto previsto dal dlgs. 187/2000» …

tentativi tutti però successivi i noti casi giudiziari di Marlia e Barga, come se nei 13 anni precedenti la norma fosse passata in “ultra-sordina” … e non fosse stato prudente già prima della emanazione del recepimento della direttiva 97/43/Euratom sollevare

“comprensibili e crescenti manifestazioni di preoccupazione”,

che nemmeno potevano provenire «da parte dei TTSSRM del nostro Paese», bensì dovevano giungere direttamente dall’establishment rappresentativo, all’epoca guidato dal Presidente Giuseppe Giordano (1999 – 2003) e suo direttivo … che a detta del cronista dott. Massimiliano Contesini [3] (Presidente Ordine Modena Reggio Emilia) avevano la seguente vincolante responsabilità:

«La Federazione Nazionale e in particolare il Presidente sono chiamati A PRESIDIARE l’applicazione del nuovo decreto sulla radioprotezione per le esposizioni mediche, la “187” , oltre che a PRESIDIARE l’innovazione tecnologica che sta subentrando fortemente all’interno delle radiologie».

Tutto ciò certamente in forte distonia con i notevoli liberi ed innovativi traguardi precedenti messi a segno in relativamente poco tempo dalla categoria, partiti dalla costituzione giuridica della categoria del 1964 e la pubblicazione della “regolamentazione dell’arte ausiliaria di radiologia medica” del 1965, poi proseguiti con l’approvazione della legge sul’indennità da radiazioni del 1968, le rivendicazioni di categoria degli anni ’70, la famosa lettera del Presidente Natalino Bordigoni al Presidente del Consiglio Bettino Craxi del 1979, l’individuazione del profilo professionale del TSRM con la legge n.25 del 1983, gli scioperi del 1984 e le mobilitazioni del 1993 sulla applicazione della c.d. «presunzione assoluta di esposizione al rischio» al personale medico e tecnico di radiologia e del 1994 per la definizione della formalizzazione giuridica dell’abilitazione universitaria per l’esercizio, intervenuta con il decreto 26/09/1994, n. 746.

In particolare, malgrado affermazioni dello stesso Giordano, che diventeranno un mantra:

«CREDEVA che l’innovazione tecnologica potesse essere affrontata UNICAMENTE con la valorizzazione e la formazione dei giovani tecnici di radiologia.»

In realtà da quel momento in poi si dà avvio al periodo ancora in svolgimento, che qualcuno vede come quello della distruzione della professione, certamente stigmatizzato dalla recente peggiorativa affermazione (ottobre 2022) dell’ex Presidente Alessandro Beux [3]:

«… RITENEVO che l’autorevolezza della professione NON PASSASSE DAL RICONOSCIMENTO NORMATIVO, ma dal modo in cui riusciva a testimoniarsi nel quotidiano, quindi dalla sua competenza».

Effettivamente il documento de quo è figlio di quest’ultimo orientamento, per il quale si cerca a tutti i costi di far espletare al tecnico radiologo competenze – sì comunque sempre disbrigate, perché storiche e consolidate nella gestione comune di ogni realtà radiologica Italiana – ma comunque ormai sottratte al suo essenziale background regolativo dal d. lgs. 187/2000 +  d. lgs. 101/2020, cercando in tutti i modi NON di “preliminarmente giustificare” le prestazioni, ma di “preliminarmente aggirare” il paradosso normativo che vuole il medico radiologo sempre attivo e presente nella diagnostica per immagini, consentendo al contempo allo stesso soggetto di essere in qualsivoglia altro luogo a coltivare remotamente e con comodo – peraltro in modalità di tele radiologia – la prediletta autodefinita neo-arte sanitaria di «lettura delle figurine» per soltanto (con buona pace della legge) formulare il referto finale.

Al netto di errori grossolani, indebite attribuzioni, travisamenti ed omissioni rinvenibili in almeno dieci punti delle 10 pagine di cui risulta composta la scrittura, ove è imperante la ambivalenza sulla effettiva presenza del medico radiologo – tediosamente prevista da entrambe i dd llggss de quo – in ordine all’espletamento delle attribuite competenze esclusive di giustificazione ed ottimizzazione degli esami, si conferma quel processo di DIS-CONOSCIMENTO normativo del Tecnico Radiologo, che sistematicamente agisce per perpetua delega, affidamento, ricorso alternativo etc. … ciò che ossia concorre perfettamente alla demolizione di una figura professionale, trasfigurata in mentite spoglie … autenticamente ancillari.

È un documento che senza se e senza ma può definirsi “l’onta definitiva” al cammino di crescita di una delle principali figure professionali del panorama sanitario degli ultimi 100 anni; ultima operazione di mero ammiccamento della classe medica, che continua instancabilmente,  nell’anacronistico tentativo di mantenere prerogative di mero privilegio, cui puntualmente invece corrispondono atti professionali espletati (pure in titolo e non abusivamente) da altre figure, a perseverare in quella negletta, tanto deprecabile quanto scorretta (perché peraltro intesa al recupero di indebiti crediti amministrativi, oltreché di prestigio) pratica rispondente al titolo di “dominanza medico-forense”.

Il paradosso finale è che assai probabilmente se le notevoli risorse della FNO TSRM PSTRP fossero state meglio utilizzate (id est: risparmiando tanto ampollose quanto inutili – perché sbagliate – operazioni come quella della “Costituzione Etica”) sarebbe stato quasi più facile ottenere dal Governo che i radiographers Italiani possano svolgere con titolarità le stesse identiche funzioni, facendo però ottenere loro il recupero normativo delle titolarità di giustificazione ed ottimizzazione, oggetto di “furto legislativo” ben 23 anni fa.

Note:

  1. LINK
  2. ALLEGATO
  3. LINK
Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
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