histats.com
venerdì, Maggio 3, 2024
HomeIn evidenzaL’irrisolto “ruolo ombra” dei Radiographers.

L’irrisolto “ruolo ombra” dei Radiographers.

Pubblicità

In un invocato confronto pubblico, nulla segue alle repliche ad un rappresentante istituzionale dei TSRM.

É stato forse imposto il silenzio dall’alto? Frattanto restano insolute le assurdità tutte Italiane di un ruolo dalla riconosciuta professionalità intellettuale e scientifica, conferita ad una popolazione di professionisti che non ha mai inteso e/o interpretato compiutamente detto ruolo e che resta vittima sia del perseverante fenomeno di bullismo di alcuni medici radiologi, ma anche della propria dominanza rappresentativa.

Sembra si sia dileguata la possibilità di avvio di quel «dibattito aperto e in un clima di auspicabile sereno confronto di opinioni diverse», recentemente invocato su Quotidiano Sanità [1] … al punto che viene da chiedersi se sia stato forse imposto dall’alto un qualche “silenzio istituzionale”…

Potrebbe essere che quanto «tirato in ballo» dallo stesso Vice Presidente Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica di Enna, generi i più forti imbarazzi nell’establishment della FNO TSRM PSTRP, che probabilmente vuole evitare – come spesso accade in casi del genere – che si creino occasioni di discussione di «problemi irrisolti» … che si vorrebbero ostinatamente porre in un improbabile dimenticatoio, adombrati dalle altre trattazioni affrontate in questi ultimi anni, riguardanti altri diversi temi, pur forse di grado minore e certamente poco “core” riguardo una delle più importanti tra le professioni sanitarie.

Ma non saranno né i diversivi “politically correct” , sistematicamente posti in essere dalla FNO, che ad es. anche in occasione di un «incontro importante ed atteso» con il Presidente Mattarella [2] ha posto esclusivamente temi di prevedibile formalità ed inutile noiosa etichetta, né le formule di certa parallela, alquanto indecifrabile accademia, prima “barocca” e poi di “evitamento” …

che risolveranno le vigenti stranezze che costringono i Radiographers del “Bel Paese” ad una particolarissima forma di marginalità tra le professioni, sia operativa che istituzionale.

Il punto da cui è più opportuno far partire quel proattivo ed utile confronto prima sollecitato e poi negato, è quel riconoscimento di “professione intellettuale” conferito nel 2018 [3] ai professionisti Radiologi da quella stessa Commissione Europea da cui erano pervenute le Direttive Euratom 1997/43 e 2013/59, che hanno dato il via – esclusivamente in Italia – a quel processo di “demansionamento giuridico” dei TSRM, che già di per sé resta una “lucida pazzìa” , le cui conseguenze – nonostante gli ormai innumerevoli interventi divulgativi di questo tipo, che pure si cerchi anche variamente di ostacolare – sembrano restare “misconosciute” o “incomprese” agli stessi dirigenti degli ordini, che pure da più di un ventennio, senza le note problematiche d’attualità di limite di mandati imposte alla politica ordinaria, sfrontatamente si scambiano i ruoli tra le varie ambite, fruttuose cariche rappresentative locali e nazionali, peraltro votate da pochi e “sbertucciate” dai restanti pur lamentosi paganti aventi diritto, che comunque compongono una sconsolante e sconsolata platea di oltre 28mila “improbabili inconsapevoli” , visto – giusto caso  – il notevole  riconoscimento Europeo di cui è stata insignita la intera categoria …

una ridondante assurdità.

Un professionista sanitario cui si riconosca un livello “intellettuale” della sua opera, che non abbia però la titolarità giuridica di “chiudere” definitivamente un “SUO” esame diagnostico su un “SUO” paziente in un tempo da lui stabilito, in quanto al medico radiologo è sempre consentito di intervenire, con tempi e modalità ad libitum, per varie integrazioni o restrizioni, per il solito, pur efficace ma tedioso adagio della titolarità della refertazione … ove un già suggerito processo di standardizzazione [4] risolverebbe una storica, sterile diatriba … da “ultima parola”, atteggiamento tipico delle “streets-smarties”, non certo delle “academically smarties” …

ebbene, costui è un professionista dalla identità paradossale, in quanto non ha alcuna voce in capitolo nella attuazione delle funzioni che pure il legislatore gli aveva a suo tempo affidato, con il D.M. n. 746/1994 : 

«svolgere, in conformità a quanto disposto dalla legge 31 gennaio 1983, n. 25 , in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, su prescrizione medica tutti gli interventi che richiedono l’uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti, sia artificiali che naturali, di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare nonché gli interventi per la protezionistica fisica o dosimetrica»

n.b. : «collaborazione» non “sottomissione”.

Similmente, un professionista sanitario cui si riconosca un livello “intellettuale” della sua professione, ma che non sia in grado da solo di stabilire la più opportuna e congrua corrispondenza tra quesito clinico e prestazione richiesta, integrati in detta «prescrizione medica» di  un “SUO” paziente, è di fatto incapace anche soltanto di avviare il proprio lavoro. È di fatto un professionista impedito ad agire, che non può operare in alcuna «autonomia» ed in alcuna «intellettualità» professionali proprie, in alcun ambito cui al D.M. ut supra.

Una bizzarrìa tutta Italiana che pure sveli ogni ambiguità, visto che comunque dall’indomani del 26 maggio 2000 ad oggi alcuna attività radiologica si sia mai fermata … grazie alla dominanza medico-forense Italiana.

Questi due limiti, già a suo tempo identificati dal giurista Luca Benci come:

«l’equivoco che si genera tra la normativa di abilitazione all’esercizio professionale e la normativa sulla radioprotezione» [5],

imposti dai dd. llggss. 187/2000 e 101/2020, è quanto consegue dal porre in capo al solo medico radiologo i c.d. processi di “giustificazione” e di “ottimizzazione”, con un balzo indietro di oltre un cinquantennio, allorquando la legge n.1103 del 1965 disegnava un profilo del Radiographer Italiano tipicamente ancillare:

 

«preparare l’ammalato secondo le istruzioni del medico radiologo; effettuare tutte le manovre e le manualità coordinate dal medico radiologo che ne rimane responsabile».

 

Era questo, andando direttamente e senza paroloni al punto, ma anche senza manovre variamente “elusive”, che andava spiegato nel 2020 alla Commissione Affari della Camera [6] ed in generale ad un legislatore che non voleva capire e che con agevole indotto comodo non ha capito … che una moderna sanità di efficienza ed efficacia necessiti di un professionista non medico di area radiologica che sia in grado di gestire interamente ed indipendentemente qualsivoglia «interventi che richiedono l’uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti». Ciò in ottemperanza dell’essere giuridicamente «responsabile degli atti di sua competenza» ed essere «autorizzato ad espletare indagini e prestazioni radiologiche».

Queste riflessioni – ben in antitesi con il messaggio Beuxiano di «modo in cui riusciva a testimoniarsi nel quotidiano, quindi dalla sua competenza» [7], che di fatto abbandona ogni TSRM ad un tanto inutile quanto folle “Bellum omnium contra omnes”, pur di guadagnarsi tanto faticosamente quanto anacronisticamente sul campo un qualche pur traballante rispetto individuale, ma pur sempre restando alla mercé del “good humor” o delle “sympathies”dell’eventuale “guappo” medico radiologo di turno, e pur senza considerare una certa latente guerra intestina sugli know-how specifici, da sempre sussistente tra i radiographers, vera guerra di poveri che forse nemmeno sono a conoscenza, con buona pace di ogni propagandata “Costituizione Etica”, dei contenuti del proprio codice deontologico, in particolare quanto stabilito all’art. 5.1 : «… pertanto si preoccupa di esprimere la migliore collaborazione con i colleghi, facilitando l’emersione e l’uso delle rispettive esperienze e conoscenze. » … – sono quelle che ancora oggi possono meglio spiegare ai politici sia Europei che Italiani, ai dirigenti, ma anche ai cittadini, cui certo interessa sapere che i propri esami diagnostici sono gestiti da veri professionisti e non da frenetiche e tremebonde marionette …

il perché i processi di ottimizzazione e giustificazione DEVONO essere conferiti in via paritetica, oltre che al medico radiologo anche al TSRM, che deve essere al più presto sollevato da questi maggiori aspetti oscuri della professionalità che l’ego inconscio (o conscio) della FNO (ma anche quello di nutriti gruppi di un anacronistico conservatorismo) sembra ancora non riconoscere, ma che ben due norme «scritte male» gli hanno certamente assegnato.

Quello che forse andrebbe invece fatto capire ai diretti interessati (sia conservatori che progressisti) è che ad un riconoscimento giuridico … corrisponderebbero ben altri riconoscimenti … sia di tipo sociologico (senza né “good humors” nè “sympathies” da bullismo radiologico), ossia di quel rispetto professionale in vero mai conseguito dai TSRM,  ma soprattutto di tipo amministrativo.

È questo ciò che resta ancora da fare e va fatto, magari con urgenza, cari Beux, Calandra, Cimino & co.

È questo ciò che resta ancora da fare e va fatto, magari con urgenza, dai carissimi 28.200 Tecnici Sanitari di Radiologia Medica iscritti ai relativi Albi professionali, le cui titolarità di elettorato passivo ed attivo, in un sistema che non perde occasione per autodefinirsi “democratico” , languono invece ormai da troppo tempo in una risultante “moda” di elitocrazia di una invariabile maggioranza di una minoranza … con buona pace di ogni pur invocata alternanza generazionale e di genere, forse attualmente gestita con particolari nepotismi e manovre clientelari, che alla fine lasciano da decenni sempre gli stessi soggetti ai posti di comando, con sempre … le medesime politiche fallimentari.

[1] LINK

[2] LINK

[3] LINK

[4] LINK

[5] LINK

[6] LINK

[7] LINK

Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
RELATED ARTICLES

Novità

© 2023-2024 Tutti i diritti sono riservati ad AUSER APS - San Marco in Lamis - Tra sanità, servizi socio sanitari e recupero della memoria - D'intesa con AssoCareINFormazione.it.

© 2023-2024 ACN | Assocarenews.it

Quotidiano Sanitario Nazionale – In attesa di registrazione al Tribunale di Foggia.

Direttore: Angelo “Riky” Del Vecchio – Vice-Direttore: Marco Tapinassi

Incaricati di Redazione: Andrea Ruscitto, Lorisa Katra, Luigi Ciavarella, Antonio Del Vecchio, Francesca Ricci, Arturo AI.

Per contatti: WhatsApp > 3474376756Scrivici

Per contatti: Cell. > 3489869425PEC

Redazione Centrale: AUSER APS - Via Amendola n. 77 - San Marco in Lamis (FG) – Codice Fiscale: 91022150394