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venerdì, Aprile 26, 2024
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Minacce al vescovo che vieta ai no vax di distribuire la comunione: indaga la Digos.

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La Digos al fianco di Monsignor Cirulli. Per primo nella Chiesa ha deciso di proibire ai non vaccinati di distribuire la comunione e subito su di lui si sono scatenati i cosiddetti “leoni da tastiera”.

Così, a protezione del vescovo-medico di Teano-Calvi, Monsignor Giacomo Cirulli, arriva la Digos che indaga sugli autori delle minacce.

Intanto, anche a Cremona si segue la strada intrapresa da Cirulli a inizio 2022 nel Casertano: il collega Antonio Napolioni ha inviato una lettera alla sua Diocesi in cui si legge: “La comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea”.

La Digos al fianco di Monsignor Cirulli – “Sono venuti a trovarmi, non su mia richiesta, alcuni ispettori della Digos che stanno attenzionando la vicenda”, dichiara Cirulli in un’intervista a L’Avvenire.

“La mia è stata una decisione presa in conseguenza del grave peggioramento della situazione pandemica – spiega il vescovo di Teano, tornando sulla sua decisione dell’8 gennaio.

Sulla scia delle parole del Papa e nella linea della Chiesa italiana

Ho avuto notizia da parte di fedeli preoccupati che c’erano sacerdoti, diaconi, laici e laiche che distribuivano le particole consacrate non essendo vaccinati.

Quando queste segnalazioni sono aumentate, ho pensato di intervenire. Tutto qui. Mi sembrava e mi sembra una scelta di semplice buon senso.

Presa per difendere la salute dei fedeli vaccinati e anche quella dei sacerdoti e dei ministri straordinari dell’eucaristia non vaccinati”.

“E invece – racconta – si sono scatenati i cosiddetti leoni da tastiera che mi hanno riempito di insulti e minacce”.

Anche il vescovo di Cremona: “Diano la Comunione solo i vaccinati”

Solo vaccinati a distribuire l’eucarestia: il vescovo di Cremona Antonio Napolion lo ha chiesto nella lettera che ha inviato a sacerdoti, diaconi e religiosi della Diocesi in cui ha parlato delle necessarie misure anti-Covid qualche giorno dopo le raccomandazioni della segreteria generale della Cei.

Il suo invito, anche ai fedeli, è di “essere testimoni di fiducia, senso di responsabilità e attenzione al bene comune, compiendo un atto di amore che è costituito dalla vaccinazione”, come scrive nel messaggio riportato da La Provincia di Cremona.

“Diventa opportuno che i presbiteri, per prestare servizio nelle celebrazioni, abbiano sempre cura di trovarsi in una delle tre condizioni previste dalla legge: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni, o test negativo.

La comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione”.

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