Antonio, lettore: “Ho visto Infermieri e OSS diventare un’unica famiglia professionale a Mantova. Possibile replicare la stessa cosa in tutta Italia?”.
Gentile Direttore,
capisco che gli Infermieri, dato gli anni di studio vorrebbero uno stipendio adeguato alle loro responsabilità, ed hanno ragione, come capisco gli OSS, che col lavoro che fanno meriterebbero un’adeguata retribuzione, chiaramente inferiore ai primi. E’ tutto giusto.
Una volta sono stato in un reparto di riabilitazione all’ospedale di Suzzara (MN). Non ho mai visto una collaborazione così perfetta tra OSS e Infermieri, quello che non faceva uno lo faceva l’altro, sempre nell’ambito del proprio ruolo.
E se c’era bisogno, l’Infermiere svolgeva il lavoro da OSS, ma senza remore o mugugni. Erano diventati tutti amici e il reparto era un gioiello per umanità e organizzazione.
Non ci viole un miracolo, basta che, come la loro professione insegna per prima, il benessere del paziente è prioritario, fisico e mentale.
Starebbero bene tutti, Infermieri, OSS e Medici, ma possibile che in tutti gli ospedali che purtroppo ho frequentato, questo reparto è stato l’unico degno di questo nome?
Perché gli operatori non si rendono conto che un domani uno avrà bisogno dell’altro? Ci vorrebbe così poco, basterebbe fermarsi un attimo e pensare. Guardate che non si rimane giovani per sempre e la morte è l’unica sicurezza che abbiamo.
Ragazzi, per piacere, intanto che siete studenti e vi scagliate con tanta protervia contro quegli esseri inferiori dei lavaculi, cambiate orientamento professionale, per favore!
Farete del bene a tanti poveri pazienti, che come me non vogliono altro che un pochino di umanità insieme alla professionalità.
Antonio Arbizzi, lettore
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