Infermieri: come sono cambiati il modo ed il senso di diventarlo e vestire la casacca? Uno spunto di Vanna Pellizzoli.
Infermieri: come si sceglie di esserlo? Come si è e come si indossa questo profilo professionale?
Dall’intervista a Vanna Pellizzoli, a Firenze in occasione del Florence 2020, nascono spunti interessanti e critici verso il modo di scegliere e interpretare la professione.
A latere della rassegna internazionale organizzata da ICN e CNAI, Vanna Pellizzoli ha così risposto alla richiesta di un confronto tra infermieri di ieri e di oggi:
“L’infermiere di ieri, a mio parere, aveva nelle sue condizioni di base della scelta professionale o la passione o la fame. L ofacevano anche perchè si doveva studiare e avere un lavoro. Nei primi venti anni della mia vita professionale ne ho incontrati così. Ma una cosa importante che avevano era il senso di appartenenza. Adesso la cosa ha un pò scemato. Ma non so come mai. Sarebbe una grande possibilità, una grande forza. Siamo oltre 400mila, potremmo essere determinanti e importanti nell’ambito della sanità a tutti i livelli”.
Continua poi chiosando “I nostri malati sono i nostri datori di lavoro. Ci ricordassimo di più di questa frase lavoreremmo benissimo”.
Lo smarrimento nelle ultime generazioni di infermieri è palpabile. Concordando con Vanna, l’infermieristica porta nella sua tradizione e nei suoi numeri una forza a tratti inespressa. Pensiamo debba essere il momento di lavorare assieme, di ricucire gli strappi tra una parte della base e una parte della dirigenza professionale. Per il bene dei cittadini, dei professionisti e delle istituzioni.
Guarda l’intervista completa a Vanna Pellizzoli.
