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Dieci motivi per cui rifarei l’Infermiera: analisi di una collega con 1 marcia in più!

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Infermiera si racconta: ecco i 10 motivi per cui rifare questo meraviglioso percorso professionale!

Tempo fa la collega Federica Putzu di Genova ci mandò un servizio apparso anche su altre testate. Il pezzo entra nel vivo della vita professionale di ciascuno di noi e ci permette di riscoprire (o prova a farlo) le motivazioni che ci hanno indotto a diventare Infermieri. L’analisi rielaborata per AssoCareNews.it dall’Infermiera ligure si fa spietata, ma resta sotto molti aspetti strabiliante e quanto mai realistica.

E tu perché rifaresti l’Infermiere? Ecco 10 buone ragioni per farlo!

La motivazione è la forza che spinge l’uomo ad agire per soddisfare le proprie esigenze, quindi anche a fare delle scelte importanti e spesso coraggiose. L’elemento fondamentale di ogni scelta che fa andare avanti nonostante le inevitabili difficoltà che un qualsiasi percorso può presentare è la motivazione. Diciotto anni fa avevo una enorme motivazione, degli obiettivi, dei sogni e oggi, Infermiera da quindici anni, ho ancora una enorme motivazione, che viaggia di pari passo con una grande soddisfazione per la scelta compiuta. Di questo ringrazio anche i miei genitori e la mia famiglia, che mi hanno sostenuto in una “difficile” esperienza professionale e di vita.

La più grande fabbrica di energia di un individuo è la motivazione (prof.ssa Brandi).

Un periodico di categoria affermava che “la professione dell’infermiere non cesserà mai d’esistere… Fino a quando esisterà l’umanità, ci sarà sempre bisogno di assistenza, compassione e
comprensione”. Questo potrebbe già essere un motivo sufficiente per dire che un Infermiere lavorerà sempre, in maniera indefessa, e nelle condizioni socio-economiche attuali dell’Italia e
dell’Europa non è poco!

Ma ci sono altre “motivazioni” più profonde. Esse ci spingono ad avvicinarsi ad una delle professioni più belle del mondo.

Ecco le prime 10:

  1. si correggono abitudini sbagliate e si lotta per la prevenzione, trasmettendone l’importanza alla comunità;
  2. si acquisisce pazienza;
  3. aumenta l’autostima;
  4. si impara a dare il giusto peso a valori quali spesso da giovani non si pensa, il giovane studente in corsia entra in contatto con realtà che altri giovani coetanei non sperimentano;
  5. si studiano temi utili non solo per la professione ma per la vita;
  6. esistono possibilità di carriera anche trasversali alla sanità come l’impegno sociale e la carriera universitaria;
  7. si conoscono molte persone che contribuiscono ad arricchire il nostro bagaglio;
  8. si sperimenta un lato emozionale prima sconosciuto;
  9. si impara a comunicare;
  10. si ha la possibilità di formare nuovi infermieri trasmettendo ciò che l’esperienza ci ha dato nel tempo.

Il progresso tecnologico modifica e talvolta facilita l’Assistenza Infermieristica. Il difficile è riuscire a conciliare tecnologia ed umanità nel trattare i pazienti. Nessuna macchina potrà mai sostituire la gentilezza e la comprensione di un Infermiere. Gli infermieri garantiscono ai pazienti un sostegno emotivo essenziale, perché trascorrono molto tempo a contatto con loro. In ogni vita salvata, in ogni parto assistito, in ogni colloquio sanitario, in ogni terapia, in ogni paziente che riceve assistenza la presenza dell’Infermiere gioca un ruolo essenziale.

L’anima di un Infermiere soffrirebbe chiusa in qualche luogo a fare contabilità, l’anima di un Infermiere deve mettere in moto creatività ed emozioni, l’anima di un Infermiere non potrà mai
rinunciare alla bellezza di un contatto umano.

Immaginate di vivere in una società altamente robotizzata, dove tutto è affidato alle macchine, dove tutto è senz’anima, dove tutto è ad appannaggio di oggetti animati, a strumenti meccanici dotati di intelligenza artificiale: come può esistere una assistenza senza il sorriso, l’affetto e la professionalità di un Infermiere?

Eppure i tentativi di sostituirci con un robot ci sono, per fortuna che restano solo tentativi!

Torniamo ai dieci punti e rianalizziamoli uno ad uno:

  1. noi Infermieri ci occupiamo delle buone abitudini del paziente, della prevenzione delle malattie e dell’assistenza alla comunità; spesso il nostro ruolo non viene riconosciuto e manca quasi sempre quel “grazie” per quello che facciamo e che ci riempirebbe di gioia, ma non importa, lo facciamo e basta, senza se e senza ma;
  2. siamo molto pazienti, abbiamo una calma indescrivibile e siamo pronti ad affrontare ogni bisogno, ogni esigenza di assistenza;
  3. fare l’Infermiere tutti i giorni significa anche rimettersi in gioco continuamente e lavorare sulla propria autostima;
  4. siamo un punto di riferimento importante per le nuove leve; i neo-studenti di Infermieristica crescono giorno per giorno e raggiungono una maturità umana che i loro coetanei non avranno mai; chi entra in un ospedale e si occupa dei sofferenti lo fa perché ne è convinto e lo fa per tutta la vita, altrimenti lascia e va via subito; questa non è più una professione che ti da lavoro certo, ma un momento di selezione importante;
  5. la Scienza Infermieristica, se appresa bene, non ti aiuta solo nella professione, ma in tutti i processi della vita professionale, lavorativa e personale;
  6. esistono possibilità di carriera anche trasversali alla sanità come l’impegno sociale e la carriera universitaria;
  7. durante il percorso di studi e quello lavorativo l’Infermiere conosce migliaia e migliaia di persone: non solo pazienti, ma parenti, care-giver, altri professionisti della salute; tutti assieme costituiscono quel bagaglio culturale, professionale ed esperienziale che altre discipline ci invidiano e che non avranno mai;
  8. dal punto di vista emozionale non ci sono paragoni con altre professioni, nemmeno con la disciplina medica;
  9. sapere comunicare, imparando a farlo come si deve, è tra le prerogative della professione; non bisogna sapere solo parlare, ma ascoltare, discutere, interagire, muoversi, capire, interpretare, immedesimarsi, entrare in empatia con l’altro, al di là se sia un assistito, un parente, un assistente, un collega o un altro professionista sanitario;
  10. la cosa più importante che questa: la nostra professione è tra le poche che ci permette di formare le nuove leve e di impartire loro un sapere che va dall’esperienza alle conoscenze scientifiche, passando dalla dimensione umana e spirituale, senza dimenticare che davanti a noi c’è sempre un sofferente, che è e deve rimanere al centro delle nostre cure.

Non so se vi ho convinti a rifare questo percorso di studi, l’importante è avervi trasmesso delle emozioni, le stesse che vivo nel mio quotidiano professionale e familiare.

Federica Putzu, Infermiera – Genova

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