Sono circa 30 OSS, sono infuriati e qualche giorno fa si sono rivolti al Tar Bologna contro i nuovi Concorsi banditi dagli Enti sanitari territoriali.
Circa 30 Operatori Socio Sanitari (OSS) hanno avanzato ricorso al Tar Bologna per il tramite dell’Avv. Danilo Granata per contestare le nuove selezioni pubbliche indette dalle Aziende sanitarie emiliane che si sono sovrapposte alla Graduatoria del concorso congiunto 2021 in cui sono inseriti in qualità di idonei. Infatti, l’Azienda sanitaria di Bologna ha deciso di assumere 100 nuovi OSS, così come le altre aziende sanitarie hanno preferito indire un nuovo concorso congiunto piuttosto che far scorrere una graduatoria già valida e vigente.
Purtroppo, in assenza di proroghe e nonostante le numerose segnalazioni effettuate da parte degli interessati, la graduatoria 2021 sta per giungere a scadenza e la via giudiziale è rimasta l’unica plausibile.
“È assurdo come si preferisca utilizzare risorse economiche per organizzare ex novo altre procedure concorsuali invece che assumere, anche più velocemente, soggetti già idonei”, spiega l’Avvocato. “Ciò, in effetti, è contrastante con i criteri dell’efficienza, dell’efficacia e della trasparenza quali corollari del più generale principio del buon andamento amministrativo di cui all’art. 97 Cost.”
Il ricorso al Tar Bologna è stato presentato in base al principio del buon andamento amministrativo, che è sancito dall’articolo 97 della Costituzione. Questo principio impone alle pubbliche amministrazioni di agire con la massima efficienza, efficacia e trasparenza. Nel caso in questione, le aziende sanitarie emiliane non hanno rispettato questo principio, in quanto hanno preferito indire un nuovo concorso congiunto invece che far scorrere una graduatoria già valida e vigente.
Il ricorso al Tar Bologna è importante perché potrebbe avere un impatto significativo sul futuro degli OSS in Emilia-Romagna. Se il ricorso verrà accolto, le aziende sanitarie emiliane saranno obbligate ad assumere gli OSS che sono già idonei nella graduatoria 2021. Questo potrebbe liberare centinaia di posti di lavoro per gli OSS in Emilia-Romagna e potrebbe contribuire a migliorare la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini.
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