Emergenza Coronavirus. In Veneto Direttore Medico accusa Infermieri, OSS e altri operatori di essere gli untori, ma poi si corregge. Protesta la CISL.
Polemiche all’ospedale “Pietro Cosma” di Camposampiero (Padova) dopo le dichiarazioni di un Dirigente Medico che ha accusato il personale di aver portato il il Covid-19 nei reparti. Protesta la CISL, che rimanda alle responsabilità della direzione ogni addebito.
Sono decide gli operatori, tra Infermieri, OSS e altre figure professionali, non escluso diversi Pazienti, che si sono infettati di Coronavirus sul lavoro nel piccolo ospedale veneto, che fa parte dell’ULSS 6 Euganea.
Secondo il direttore medico del nosocomio, Francesco Bisetto, i motivi del contagio sono due: il ritardo nelle risposte dei tamponi Covid e l’infezione portata da casa, così come scritto il 29 aprile 2020 sulle cronache locali de “Il Gazzettino”.
Non la pensa così la CISL padovana che in una nota diffusa agli organi di informazione parla chiaramente di disorganizzazione dell’azienda nel garantire sicurezza ai lavoratori e ai loro assistiti.
Il sindacato non le manda a dire e interviene chiarendo che puntare il dito contro gli Infermieri, gli OSS e altro personale dell’ospedale definendoli “untori” non è corretto, soprattutto se i lavoratori non vengono dotati di opportune procedure e di opportuni mezzi di difesa dal Covid-19.
Per la CISL, che resta il sindacato di riferimento della categoria nell’hinterland padovano, già alle prime avvisaglie del contagio, avvenuti dapprima in Pronto Soccorso, poi in Ortopedia e in Geriatria, la dirigenza si doveva attivare per schermare gli operatori e proteggere i pazienti con percorsi dedicati (sporco-pulito) e DPI da indossare immediatanente. Ciò non è avvenuto o è avvenuto in ritardo, aggravando di più la situazione.
Fino a metà marzo, denuncia la CISL, non vi erano percorsi dedicati e l’utilizzo di mascherine non veniva incentivato per non spaventare gli Assistiti.
Il Dirigente Medico di scusa e parla di fraintendimento, lui non voleva minimamente puntare il dito contro gli operatori. Lo stesso asserisce che l’ospedale ha messo in atto tutte le azioni necessarie per difendere lavoratori e loro Pazienti.
Chi ha ragione? Non ci interessa, ma i colleghi del nosocomio continuano a contattare la nostra redazione parlando di un clima di paura che aleggia ovunque, dai reparti agli spogliatoi, passando attraverso tutti gli altri luoghi e percorsi condivisi.
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