Ancora polemiche per autopsia postata sui social. La responsabile del post non è una Coordinatrice Infermieristica, ma un Tecnico Sanitario di Laboratorio Biometico.
Ago ricurvo, fettuccina da sutura e un bel sorriso. Tutto postato sui social dopo una presunta autopsia. A commettere l’illecito deontologico e professionale non è stata una Coordinatrice Infermieristica o una Infermiera, ma probabilmente un Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico iscritto all’Ordine Professionale Provinciale TSRM PSTRP della Provincia di Brindisi.
Il post della presunta TSLB avrebbe dato il via a un’ondata di commenti a metà tra il disgusto e la paura.
“Scatti raggelanti”, scrive un utente. Il problema, stando a quanto racconta il Corriere del Mezzogiorno, è che la donna lavora al reparto di Anatomia e Istologia patologica dell’ospedale di Brindisi, ovvero è un Professionista Sanitario che deve sottostare a regole deontologiche ben precise. Questo genere di post sono vietati. Ora la TSLB rischia una sospensione o addirittura la radiazione dall’Albo di appartenenza.
“Quando ero piccola la sarta mi diceva (in dialetto): Filo lungo, maestra pazza. Si è avverato tutto” – commentava nel suo post il presunto Tecnico Sanitario pubblicando una foto raccapricciante.
Sul caso si è scatenata l’ira del mondo medico ed infermieristico. Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, non sembra essere andato giù il comportamento della donna: “l’argomento è parecchio scivoloso e non so dire se a una caposala sia consentito o meno eseguire la sutura su una salma in obitorio; resta il fatto che le foto scattate con la faccia sorridente davanti al cadavere mi sembrano, comunque, un’offesa al decoro della professione infermieristica, oltre che un gesto di pessimo gusto, per cui l’Ordine degli infermieri potrebbe anche avviare un procedimento disciplinare. Magari, dietro la porta c’erano pure i parenti del defunto a disperarsi per il dolore”.
Sul caso dovrebbe arrivare a breve la smentita del presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Brindisi, Antonio Scarpa. L’OPI si dirà certamente estraneo all’accaduto e condannerà i giornali e i giornalisti che non hanno verificato prima la fonte.
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