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OPI Bari: “i salvataggi in mare devo essere fatti da Infermieri e Medici dopo corsi specializzanti e DPI adeguati”.

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Andreula (Ordine Infermieri Bari): “i salvataggi in mare devo essere fatti da Infermieri e Medici dopo corsi specializzanti e DPI adeguati”.

L’Ordine degli Infermieri di Bari interviene alla vigilia dell’estate 2022 a sollecitare nuovamente le istituzioni politiche e sanitarie a fornire adeguata formazione e Dispositivi di Protezione Individuali agli uomini e alle donne impegnati nel soccorso in mare (Medici, Infermieri, Soccorritori, ecc.). Lo fa con una dura missiva a firma del presidente Saverio Andreula, indirizzata ai vertici dell’ASL di Bari, all’assessore regionale Rocco Palese, ai coordinamenti del Servizio 118, alla Capitaneria di Porto, all’INAIL, alla Società di Salvamento e agli RLS del Servizio 118.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il difficoltoso soccorso in mare avvenuto lo scorso 1 maggio.

La lettera di Saverio Andreula, presidente OPI Bari.

Al Direttore Generale Asl Bari
Al Dirigente Medico della Centrale Operativa S.E.U. 118 dell’A.O.U. Policlinico di Bari
Al Direttore del Coordinamento 118 della ASL Bari
Al Direttore Dipartimento di Prevenzione Asl Bari
All’Assessore alla Salute della Regione Puglia
Alla Capitaneria di Porto di Bari
INAIL Direzione Generale Puglia
Società Nazionale Salvamento di Genova
Ai Componenti RLS della ASL di Bari Agli Infermieri del SET 118

Oggetto: Attività sanitarie di Emergenza urgenza in mare. Constatazione delle criticità occorse al personale in occasione della “missione” 118 Bari a 12 miglia dalla costa realizzata in data 01.05.2022

Egregi,

pervengono a scrivente Ente di diritto pubblico, a cura del personale del servizio E.U. 118 di Bari segnalazioni riguardo alla missione in epigrafe attuata per intervento sanitario urgente a beneficio di una persona imbarcata sulla motonave della compagnia Grimaldi Lines e colta da malore in navigazione nelle acque del compartimento marino di Bari.

Premetto che non è la prima volta che quest’Ordine interviene per chiedere efficace tutela e salvaguardia degli infermieri e di tutti gli operatori del SET 118 in attività in ordine al rischio lavorativo e alla disciplina di controllo dello stesso.

Orbene, nel caso in esame si fa presente che per necessità contingenti si è costretti ad operare in contesti e ambienti di per sé ostili e imprevedibili (qual è il mare e le sue condizioni metereologiche e marine) per chiamate di soccorso pervenute alla Capitaneria di porto da eseguire in mare o in seguito ad operazioni Medevac a bordo di navi.

La normativa di contesto in materia di sicurezza sui posti di lavoro è disciplinata dalla legge 81/2008 che stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere affinché ciascun lavoratore riceva un’adeguata formazione ed un numero di ore sufficiente di addestramento circa i rischi e l’organizzazione della sicurezza per l’interessamento sanitario nell’ambito specifico per intervenire con DPI adeguati.

Questi non solo non sono a disposizione degli operatori ma, qualora fossero forniti dagli organi di competenza marittimi, l’addestramento sul loro corretto uso non avviene (casco in kevlar, Life jacket verricellabile ed altri dispositivi come previsto per legge).

L’addestramento e la simulazione degli interventi in mare, sono indispensabili per ridurre i rischi all’operatore e al paziente soccorso.

Per ciò che attende il soccorso sanitario in ambiente ostile è previsto normativamente, un training formativo speciale al pari di quanto attuato per il sistema di emergenza e soccorso in mare della regione Puglia “Emersanmare” attivo nel periodo 2009/2015.

Visto l’approssimarsi del periodo estivo che esalta la vocazione turistica della Puglia, si suggerisce la riattivazione del Progetto (Emersanmare) quanto meno per l’addestramento del personale 118 come già evidenziato da quest’ordine in occasione di una audizione specifica in commissione sanità nel 2018. Nella seduta si evidenziava, anche da parte dei soggetti istituzionali, la necessità di disciplinare i soccorsi 118 in mare nella evidente considerazione che è territorio nazionale e quindi regionale le acque territoriali antistanti le dodici miglia dalla costa.

Da allora non si è più affrontato questa delicata tematica con le conseguenze derivanti che un siffatto soccorso è inadeguato, pericoloso, improvvisato e soprattutto perpetuato nelle modalità che creano sconcerto.

Oggi pur di ottemperare ad un soccorso sanitario in ambiente ostile, addirittura, non si ha traccia e consapevolezza dell’idoneità del singolo, sia fisica che formativa propedeutica ad effettuare quel tipo di intervento, basti pensare all’assurdo che non è neppure richiesta l’abilitazione al saper nuotare (meglio un brevetto di salvamento) o se il personale individuato soffre il mal di mare cosicché, può accadere, che da prestare soccorso si resta vittima del soccorso.

Vi è più che alle criticità evidenziate, si aggiungono le già innumerevoli inadeguatezze del 118 Barese.

Per attivare celermente la formazione lacunosa e doverosa del personale adibito al soccorso sanitario 118 in ambiente marittimo si suggerisce di ripercorrere la strada del percorso formativo “Emarsanmare 118” regione Puglia interpellando il centro di formazione del Policlinico di Bari.

Il Presidente OPI Bari
Saverio Andreula

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