Un’operatrice socio-sanitaria di 34 anni (e non una Infermiera) è stata posta agli arresti domiciliari e altre cinque persone sono state indagate per maltrattamenti agli anziani ospiti della RSA Bramante di Pontida (Bergamo).
Le indagini sono scattate dopo le segnalazioni di due ex dipendenti e delle figlie di una ospite, che hanno denunciato alle autorità i maltrattamenti subiti dai loro cari. Sul caso si registra l’intervento dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo, che chiede rettifiche ai giornali e ai siti web che hanno scambiato una OSS per una Infermiera, utilizzando anche termini offensivi nei confronti della professione.
Le telecamere di sorveglianza della struttura hanno ripreso scene di inaudita violenza:
- Anziani sbattuti contro la testiera del letto durante il cambio dei vestiti.
- Spinti con forza sul materasso.
- Scossi con violenza.
- Imboccati in modo nervoso e scostante.
Le urla di dolore e le suppliche degli anziani sono strazianti:
- “Perché mi tratti male?”
- “Non mi vuoi bene.”
- “Mi fai male, basta.”
Oltre all’operatrice ai domiciliari, le altre persone indagate sono:
- Due responsabili della RSA.
- Due infermiere.
- Un’altra operatrice socio-sanitaria.
Le due responsabili e l’operatrice ai domiciliari sono state interdette dall’esercizio delle loro funzioni per un anno.
Il caso ha sollevato indignazione e preoccupazione nella comunità locale.
È fondamentale che le autorità competenti facciano luce su questa vicenda e che i responsabili vengano puniti severamente.
È inaccettabile che persone fragili e indifese come gli anziani vengano maltrattate in questo modo.
Le RSA dovrebbero essere luoghi di cura e di conforto, non di sofferenza e di umiliazione.
Ecco alcuni spunti di riflessione:
- Come si possono prevenire simili episodi di maltrattamento?
- Quali controlli vengono effettuati nelle RSA?
- Cosa si può fare per tutelare gli anziani ospiti?
È necessario un impegno comune per garantire la dignità e la sicurezza degli anziani.
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