Riceviamo e pubblichiamo una nota sull’esercizio del pensiero critico. I Professioni Sanitari no-vax trattati come reietti.
Gent.mo Direttore,
concorderanno gli attenti lettori – dalla mia narrazione di storie di spazi e di tempi vicini e lontani, storie che per me sono Vita (cit. G. Fortunato – L. Strazzari) – come siamo stati bravi a costruire un mondo (negli ultimi quattro anni) in cui le differenze sembrano pericolose e le somiglianze essenziali (cit. R. Bandler).
Anno scolastico 1983/84: in classe il professore di educazione tecnica chiede agli studenti di stimare la lunghezza di un segmento disegnato alla lavagna; la consegna prevedeva la stima dal proprio banco. La maggior parte degli studenti, ad alta voce, stimò la lunghezza in 3 cm circa; due studenti, in disaccordo con la maggioranza, stimarono la lunghezza dello stesso segmento in 10 cm. Uno dei due ritrattò la stima, conformandosi al resto della classe.
La lunghezza esatta era di 10 cm!
Qualche anno più tardi, allo studente che aveva ritrattato, fu chiesto (dall’insegnante) il titolo del libro di testo utilizzato alla scuole medie inferiori per l’apprendimento della lingua inglese; era il primo anno dell’ITIS. Lo studente, tra gli ultimi a cui il docente chiese il titolo del libro, ricordando – a ragione – un titolo diverso da quello dichiarato dai compagni, fermo nella sua convinzione, rispose in disaccordo.
Nonostante il docente avesse scartato la risposta perché non conforme alla maggioranza, lo studente questa volta, non ritrattò.
Ad avere ragione, come ebbe modo di dimostrare, fu quell’unico studente.
A.A. 1994/95: lezione universitaria di chimica: il professore commette un errore; alla lavagna “mette” in relazione diretta due grandezze che, a stretto rigore, andavano poste in relazione inversa. Lo studente, che ritrattò sulla lunghezza del segmento disegnato alla lavagna molti anni prima, rispettando l’identità del professore di chimica, si pose in disaccordo con quanto condiviso, argomentando e corroborando la “sua tesi” con esperienze tratte dalla vita quotidiana e quindi, verosimilmente comuni ai colleghi e al professore. I colleghi, per compiacere il professore, fecero quadrato attorno a questi (ipse dixit).
Come ebbe modo di dimostrare, aveva ragione quell’unico studente. Peccato che il professore e i colleghi “ritrattarono”, dichiarando il contrario rispetto a quanto sostenuto la settimana precedente (per fortuna, scripta manent, verba volant).
27 dicembre 2020: lo studente, ormai un Professionista sanitario, sceglie in scienza e coscienza (vedi tabella 1, riferimento bibliografico 1) di non aderire alla più grande “campagna vaccinale di massa”; per la sua scelta viene discriminato come ai tempi del nazifascismo: sospensione dal servizio e dal lavoro (tra le misure sanzionatorie più gravi; seconda solo al licenziamento) nonché dalla “vita sociale”. Misure, sostengono, necessarie per contenere l’infezione da Sars-Cov-2.
BIBLIOGRAFIA.
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