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venerdì, Maggio 3, 2024
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Infermieri e OSS: abbiamo scelto il Pubblico per essere felici in Privato.

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Infermieri e OSS: abbiamo scelto il Pubblico per essere felici in Privato. Pioggia di posizioni da parte di infermiere, operatori socio sanitari e non solo, a testimonianza di un universo lavorativo complesso.

Infermieri e OSS commentano a pioggia la storia di Mario e dalle centinaia di commenti social si delinea uno spaccato piuttosto interessante.

Il SSN come scelta senza aspettative tranne una.

Sono moltissimi i colleghi che ammirano il coraggio dei colleghi emigranti o frontalieri e che incensano il successo di coloro che hanno preso la partita iva con buoni guadagni.

Ma contemporaneamente emerge anche un’amara costante: quella di aver scelto il posto fisso con la sola aspettativa di poter accedere a mutuo e stabilità economico-contrattuale in genere.

Come Carmelo Tassini, che scrive “Anche a me piace la Svizzera ma ho un figlio disabile e non ho avuto scelta. Per me l’ASL è una tomba in cui però si sta comodi”.

Maria Lamanna, infermiera, ha anche lei apportato la Sua visione “Ai miei tempi la libera professione andava molto ma nessuno mi avrebbe dato il mutuo. Ho scelto una casa in cui essere felice, pagandola con tantissimi gaviscon presi a fine turno!”.

Anche la collega Anna Fusco si è espressa, così: “La professione infermieristica è allo sbando, normale che lo stipendio conti più di tutto. Io nel pubblico ho creduto ma adesso come dipendente aspetto solo il 27 del mese, mentre come professionista mi realizzo solo nella relazione. Ciò che mi viene chiesto di fare è svilente ma almeno ho i miei amati pazienti”.

Riportiamo anche l’opinione di Carlo Cottini, OSS: “Quando mi hanno chiamato all’AUSL sono rimasto molto indeciso se accettare o meno. Il concorso l’ho fatto poco convinto perchè nella fondazione dove lavoravo mi potevo occupare di ragazzi down ed era bellissimo e c’era veramente un lavoro di team dove anche l’OSS aveva un suo valore. Ora invece mi viene solo chiesto di lavare male le persone allettate e dare di fretta il cibo. Che depressione”.

Sono sicuramente singole storie, che i dottori della professione etichetteranno come inutili. Ma che raccontano tanti spunti reali. Basterebbe poco per accorgersene, forse anche semplicemente alzare la testa dalle scrivanie.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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