Perché in fondo vivono diversamente, non sono più ricchi di altri. Ascoltano i genitori parlare di malattie e assistenza. Soffrono, gioiscono, si ammalano anche loro.
I #FigliDegliInfermieri sono diversi. Forse speciali, forse peggiori, di sicuro diversi. Vanno sempre di corsa, come le loro mamme e papà. Si spostano in macchina per fare prima, veloci salgono, veloci scendono. Hanno più di una casa e chiedono tutti i giorni: oggi con chi sto? Perché il sabato e la domenica sono giorni uguali a tutti gli altri, ma qualcuno questi ospedali li dovrà tenere aperti? Saltano feste, attività, sport perché in altri lavori i genitori alle 17 sono a casa, le mamme infermiere alle 17 stanno nel pieno del turno. I figli delle infermiere dormono il pomeriggio in un asilo nido perché la mamma non c’è, fanno i compiti da soli, vanno a letto alle 21 perché alle 21 la mamma inizio il turno di notte fino alle 7 del mattino dopo.
I figli degli infermieri hanno i bisogni di tutti gli altri bambini, ma si adattano con amore, capiscono la stanchezza, piangono quando esci e guardano se ai piedi hai le scarpe o le ciabatte e se hai le ciabatte sorridono felici. Ti corrono incontro quando rientri e ti abbracciano e li capisci che non ti odiano per la tua assenza.
Ti dicono frasi come ‘”non andare al lavoro”. I figli degli infermieri non sono più ricchi. Per loro un lunedì o un martedì o un giovedì possono essere domenica perché la loro mamma è a casa per un giorno a settimana, e allora è festa!
Non piangono all’asilo, non si sentono abbandonati, sono abituati al distacco. Hanno il grembiule sgualcito e avvisi non firmati. Fanno foto con i le maestre , imparano nuove cose all’asilo, prendono lo sciroppo dalle maestre. I figli degli infermieri di sicuro saranno adulti col profondo senso del lavoro.
* * *
Servizio tratto/ispirato all’articolo sul tema La commessa: la fatica, il lavoro festivo e quei figli un po’ diversi.