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Dopo la Pandemia l’Azienda sanitaria taglia i fondi per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie. Protesta CISL in ULSS 6 Euganea.

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ULSS 6 Euganea. Dopo due anni di Pandemia Covid, dipendenti stremati e migliaia di prestazioni da recuperare l’azienda trova la soluzione: tagliare 70 milioni di euro dalle spese del personale. Infermieri, Oss e Professioni Sanitarie su tutte le furie. Protesta la CISL.

C’era grande attesa per la Delibera dell’Azienda ULSS 6 EUGANEA che prevede il piano dei fabbisogni del personale per garantire l’assistenza e l’erogazione dei servizi al 1.000.000 di abitanti che fanno riferimento all’azienda territoriale di Padova nel TRIENNIO 2022-2024.

Nella precedente delibera del 30 novembre 2021 l’Ulss 6 aveva preparato una delibera che permettesse nel triennio un’adeguata assunzione di personale per garantire l’attivazione dei servizi richiesti dalla Regione Veneto e contestualmente coprire le grosse carenze d’organico esistenti.

Tale delibera però è stata bocciata dalla Regione perché non coerente con i vincoli di spesa.

La delibera del 1 aprile invece è una mannaia per i lavoratori e per la qualità dei servizi sanitari nella Nostra Provincia.

Non si parla di crescita, di nuovi servizi, di adeguamento del personale di piani di recupero per le prestazioni arretrate, SEMPLICEMENTE SI PARLA DI SOLDI, DI TETTI DI SPESA E DI TAGLI.

TAGLI AL PERSONALE PER OLTRE 70.000.000€ CON UNA RIDUZIONE DI 431 FIGURE PROFESSIONALI NEI TRE ANNI 2022-2024.

Non possiamo credere che di fronte alle difficoltà nel garantire i servizi e a recuperare le prestazioni perse in questi due anni di crisi la Regione invece di autorizzare un piano di assunzioni coraggioso ed espansivo abbia richiesto all’Azienda Sanitaria, unica in Veneto a cui è stato contestato il piano assunzionale, di ridurre fortemente la spesa di personale.

Ed ancora più grave è la scelta di ESTERNALIZZARE i PRONTO SOCCORSO PER RECUPERARE PERSONALE INFEMIERISTICO.

Oggi dei Pronto Soccorso si rischia il collasso, molti sono gli infermieri che hanno superato l’orario ordinario contrattuale e che stanno coprendo i turni con straordinari e prestazioni aggiuntive, molti pazienti stazionano in PS per molte ore, talvolta giorni, in quanto non è possibile ricoverarli. L’OBI che dovrebbe accogliere i pazienti per massimo 24 ore è diventato ormai un vero e proprio reparto dove i pazienti stazionano svariati giorni.

Tutto il personale dei Pronto Soccorso dell’ULSS 6 è contrario alla decisione che le periferie vengano appaltate. Se VERRANNO ESTERNALIZZATI I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO molti lavoratori chiederanno il trasferimento o si licenzieranno, semplicemente perché stanno svendendo la loro professionalità, la qualità dell’assistenza e stanno portando i servizi dritti alla privatizzazione totale.

La carenza di OSS è ormai cronica e si lavora ormai da turno con almeno 3 o 4 risorse in meno.

Gli insulti verbali e le minacce da parte degli utenti esasperati sono all’ordine del giorno visti i continui disservizi e come al solito a metterci la faccia sono SEMPRE E SOLO I LAVORATORI.

Altra scelta INAMMISSIBILE è quella di AUMENTARE VERTIGINOSAMENTE IL RICORSO AD ATTIVITA’ AGGIUNTIVE PER ALTRO RIVOLTO A PERSONALE GIA PESANTEMENTE PROVATO DA QUESTA TEMPESTA PERFETTA portando la spesa dal 1.500.000€ previsto dalla delibera di novembre ai 10.500.000€ di quella di aprile.

SEMPLICE, SI RIDUCE IL PERSONALE E SI FA LAVORARE IL DOPPIO QUELLO CHE RIMANE!

La Regione in questi anni ha costretto l’ULSS a

  • correre in aiuto delle RSA con 32 infermieri;
  • internalizzare l’assistenza in Carcere con 26 Infermieri;
  • Internalizzare l’assistenza di base della riabilitazione di Conselve;
  • internalizzare i prelievi domiciliari;
  • aprire i posti letto di Ospedale di Comunità a Piove (oggi ancora utilizzati in appoggio a pazienti Covid);

• aumentare l’attività chirurgica di Piove di Sacco;

Tutti nuovi servizi che invece di essere stati considerati un costo aggiuntivo, sono stati inseriti nella spesa storica.

E RICORDIAMO CHE A FRONTE DI QUESTI SERVIZI INTERNALIZZATI, NON SOLO NON E’ STATO AUMENTATO IL TETTO DI SPESA, MA NON SONO STATI NEMMENO ADEGUATI I FONDI CONTRATTUALI CON LA CONSEGUENZA CHE E’ DIMINUITA LA QUOTA MEDIA PROCAPITE DESTINATA A PAGARE LE INDENNITA’ DI RISCHIO, LA PRODUTTIVITA’, I PROGETTI, ECC.

A questo si aggiunge che la revisione della delibera da novembre ad aprile, ha di fatto portato a un blocco di almeno 6 mesi delle assunzioni di tutti i profili professionali.

In un’azienda di 6000 dipendenti un periodo così lungo ha devastato un tessuto organizzativo già messo a dura prova da due anni di lotta dura contro la pandemia.

Oggi la situazione rappresentata è desolante, al netto del blocco delle assunzioni, patisce:

• Reparti Covid ancora Pieni a Schiavonia e a Cittadella con continui cambi turno, spostamenti di reparto, nessuna garanzia per il piano ferie estivo e soprattutto i rischi che gravano sugli infermieri del COVID che non gestiscono più solo pazienti con problemi respiratori, ma pazienti con svariate patologie, mediche e chirurgiche;

• Aumento continuo di lavoratori positivi che lasciano i reparti scoperti mancando completamente il personale integrativo a copertura delle malattie;

• Ripresa delle sospensioni di personale non vaccinato che era rientrato nel frattempo dopo aver contratto il VIRUS ad oggi abbiamo quasi raggiunto le 200 sospensioni;

  • Assenze lunghe e maternità non sostituite.
  • Personale con prescrizioni e limitazioni muscolo scheletriche che non sono assolutamente rispettate per carenza di personale mettendo a grave rischio la salute di questi lavoratori;

• La mancanza CRONICA di Tecnici di Laboratorio ha sfiancato i Laboratori dell’ULSS.

• La mancanza di tecnici di Radiologia non consente di attivare il turno notturno costringendo il personale a pesanti turni di pronta disponibilità e a disservizi per l’utenza.

IN QUESTA SITUAZIONE NON C’E’ LA GARANZIA DI ASSICURARE AI LAVORATORI IL PIANO FERIE ESTIVO e L’AMMINISTRAZIONE STA VALUTANDO LA POSSIBILITA’ DI RIDURRE LE ATTIVITA’ E I POSTI LETTO NEI REPARTI PER GARANTIRE IL DIRITTO ALLE FERIE.

E’ indecoroso per i cittadini che dopo due anni di riduzione dei servizi sanitari a causa del COVID, oggi la riduzione sia dovuta alla mancanza di personale.

E PARADOSSALE: ABBIAMO BISOGNO DI PERSONALE DI TUTTI I PROFILI, ABBIAMO LE GRADUATORIE DISPONIBILI E NON POSSIAMO ASSUMERE PER DEI CAVILLI BUROCRARTICO-AMMINISTRATIVI.

NON CI SONO PIU’ SCUSE, SERVE PARTIRE IMMEDIATAMENTE CON LE ASSUNZIONI O SARA’ UNA DISFATTA ANNUNCIATA PER IL NOSTRO SERVIZIO SANITARIO TERRITORIALE.

Oltre alla CARENZA D’ORGANICO, in Ulss6 lavorano oltre 150 dipendenti a Tempo Determinato che a breve vedranno scadere i propri contratti con il rischio di mettere ulteriormente in crisi un’organizzazione dei servizi già al limite.

Per questo abbiamo chiesto all’Azienda ULSS 6 un piano di stabilizzazioni importante per garantire che la professionalità di molti colleghi maturata in questi anni NON VADA PERSA, ma rimanga una risorsa per l’Azienda.

L’ULSS 6 EUGANEA STA VIVENDO UNA CRISI ORGANIZZATIVA PROFONDA:

• I reparti sono in continua rimodulazione e a scarto ridotto per carenza di personale con turni che cambiano di giorno in giorno;

• le reperibilità sono aumentate nelle sale operatorie per mancanza di personale, manca una adeguata formazione;

• per garantire i servizi nei reparti e nel territorio si ricorre alle chiamate di personale in riposo e in ferie

• si continua a spostare il personale di qua e di là per tappare i buchi come se fossero pacchi;

• abbiamo decine di infermieri preparati e formati che da mesi sono ostaggio nelle case di riposo nonostante l’impegno dell’Amministrazione di ritirarli per inserirli nei reparti, per questo abbiamo chiesto alla Direzione di farli rientrare e sostituirli con personale neo assunto.

LE STESSE DIFFICOLTA’ LE RISCONTRIAMO NEL TERRITORIO E NEI SERVIZI SOCIO SANITARI, SIA IN ASSISTENZA DOMICILIARE DOVE GLI INFERMIERI NON SONO STATI SOSTITUITI, E NEI SERVIZI AMBUALTORIALI, ANAGRAFI SANITARIE E CONSULTORI FAMIGLIARI.

NEL CONTESTO TERRITORIALE LA RICHIESTA DELLE FAMIGLIE E’ MENO EVIDENTE MA CERTAMENTE NON MENO EMERGENZIALE.

LA REGIONE NON PUO RIMANERE SORDA DI FRONTE ALLE NECESSITA’ DEL TERRITORIO DI PADOVA.

LA CARENZA DI PERSONALE E’ UN NERVO SCOPERTO DA SEMPRE MA OGGI STA DIVENTANDO UNA CATASTROFE.

IL TERRITORIO PADOVANO HA BISOGNO DI CERTEZZE, DI UN PIANO ORGANICO DI ASSUNZIONI IMMEDIATO E UNA NORMALIZZAZNIONE FINANZIARIA COERENTE NON CON I VINCOLI DI SPESA MA CON LE NECESSITA’ DEI CITTADINI DELLA PROVINCIA DI PADOVA.

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