Ci scrive Cecilia Souca, Infermiera: “chi pensa a noi del privato che durante la Pandemia Covid abbiamo patito la fame?”.

Buongiorno Direttore,

oggi ho deciso di scrivere dopo l’ennesimo articolo letto in questa rivista riguardo gli stipendi da fame del personale infermieristico. Però stavolta lo sfogo è di una Infermiera del privato, un infermiera che durante la Pandemia Covid per tre mesi è sopravvissuta con 135 euro di cassa integrazione.

Poi passati questi mesi ha continuato a fare prove di funzionalità respiratorie per otto ore al giorno per tre anni duri di Pandemia Covid. Non sento mai i giornali parlare di questi argomenti e non lo fa nemmeno l’Ordine degli Infermieri (pagato profumatamente anche dalle nostre tasche).

Capisco il duro lavoro del sistema publico, tutti gli sforzi per il rinovo del contratto nazionale del personale infermieristico e non solo, ma noi del privato?

Di sicuro i nostri capi con i rincari degli ultimi momenti non pensano nemmeno lontanamente ad un minimo aumento.

Vi siete mai chiesti quale stipendio porta a casa un Infermiere di un studio medico che per tre anni ha fatto PFR al “posto” di tutti gli ospedali della zona per poter campare quando tutti i reparti di pneumologia o ambulatori di allergologia erano chiusi?

Vi dico io stipendio veramente da fame!

Grazie e scusate per gli errori grammaticali.

Cecilia Souca, Infermiera