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Caro Andreula… che “ora” è?

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Il problema dello squilibrio delle retribuzioni tra medici e non medici laureati non è stato mai risolto da governo, ordini e sindacati, per cui ad ogni intervento sul FSN ai laureati non medici restano retribuzioni paragonabili a quelle di chi possiede soltanto titoli di studio da scuola dell’obbligo. Un circolo vizioso da risolvere.

Gentilissimo Direttore,

fatto salvo che non vi siano intenzioni da scetticismo disfattista… mi piace fornire qualche riflessione nel merito di quanto qui riferito dal sempre stimato dott. Andreula [1].

Anzitutto non saprei che credito dare alle dichiarazioni di un Ministro del Governo che, dietro chissà quali motivazioni e giustificazioni, ha già fatto dietro front rispetto agli espliciti reiterati proclami dello scorso mese di marzo fatti in tv ed anche a mezzo stampa, nel merito dell’autentico bluff operato all’interno del decreto bollette/energia, di detto “allentamento delle norme di incompatibilità”: «… questo provvedimento serve per abolire il vincolo di esclusività e per permettere di avere una maggiore flessibilità nel lavoro … » ; «Il Governo conferma la massima attenzione alla salute; siamo al lavoro per rendere più attrattivo il SSN, non solo come gratificazione economica, ma anche con una migliore organizzazione» [2].

Nel merito va definitivamente svelato che, avendo fatto ricadere dette attività professionali comunque previste dalla recente normativa, nei c.d. “incarichi extraistituzionali”, non sono mai pervenuti ai dipendenti da parte delle aziende del SSN gli auspicati moduli aggiornati a tale normativa per la richiesta di effettivo espletamento di dette attività.

In secondo luogo non sarebbe proprio la prima volta che a previsti vertiginosi aumenti di emolumenti siano corrisposti in realtà soltanto pochi spiccioli.

Aggiungerei due forti critiche intestine, che pure si incrociano tra loro e che restano appelli inascoltati da ormai immemorabile tempo:

La prima è che ciò che andrebbe affrontato – ma in ambito regolatorio normativo, prima ancora che contrattuale – è la questione della perequazione degli stipendi, che peraltro viene anche prima della loro indicizzazione: è ormai acqua pestata nel mortaio il fatto che ad un cambiamento completo del livello di formazione di base e specialistica di tutti i “non medici”, formazione che adesso è di esclusivo ed articolato ambito universitario, non è mai corrisposto un adeguamento degli stipendi da personale dotato di titolo di studio di laurea di primo e/o di secondo livello; i professionisti sanitari ovunque operanti e comunque qualificatisi sono ancora pagati su un inossidabile “retaggio” di scuole professionali regionali che non esistono più da diversi decenni … ma gli ordini ed i sindacati cosa hanno mai fatto a riguardo, verso i diversi governi che frattanto si sono avvicendati, che pure qualche timido intervento di modificazione normativa hanno tentato? Non si vuole certo affermare un obbligo di “uniformazione” delle paghe, come certamente i medici potrebbero immediatamente e giustamente obiettare, ma di una loro giusta gradualità che va computata in ragione degli anni e dei contenuti di studio universitari conseguiti.

La seconda è, come già altre volte significato [2], che la comunità professionale degli infermieri continui a “correre” da sola, in un comportamento risultante che si potrebbe forse riassumere nell’adagio di Cesariana memoria: «Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum», ossia se non puoi batterli unisciti a loro …  ove “loro” sarebbero i medici.

I fatti però stanno diversamente … e diversi sono pure i calcoli da fare, come ha già pure analizzato il dott. Panti su QS [3], in assonanza con i giudizi della opposizione nel merito della manovra di bilancio, così che la “coperta” rimanente, tolti i (pure eventuali) 1000 € che saranno conferiti ad ogni singolo medico, dovrà essere, scongiurando legittime insurrezioni, divisa tra circa 700 mila professionisti non medici e non soltanto tra i citati 280 mila … saranno quindi ancora i pochi spiccioli che simboleggeranno la ennesima beffa dopo il danno?

Tutto ciò giustifica e sostanzia ancor maggiormente le due critiche ut supra.

Mi sa che i conti sono fatti troppo … a spanne … da troppi!

Carissimo Andreula, «Era ora» quindi … per cosa?

Sarebbe ora di risolvere il problema dello squilibrio delle retribuzioni. Che ne dice?

[1] LINK

[2] LINK

[3] LINK

Leggi anche:

Andreula (OPI Bari): “finalmente dalla Manovra del Governo più soldi per Medici e Infermieri”.

_________________________

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Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
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