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venerdì, Maggio 3, 2024
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Andrea (Infermiere): “noi costretti a lavorare nello sconforto e nella paura, con stipendi da incubo”.

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Ci scrive Andrea (Infermiere): “noi costretti a lavorare nello sconforto e nella paura, con stipendi da incubo; vado via dall’Italia”.

Carissimo Direttore,

la seguo da anni e so quale passione e quale grinta ci mettere nel raccontare quotidianamente le vicissitudini della nostra professione. Io sono Infermiere e sono profondamente deluso da quello che vedo, che ascolto e che vivo tutti i giorni.

Aggressioni e atti di violenza verbali/fisiche sono oramai un’abitudine e dove lavoro io, in Pronto Soccorso, è quasi diventata una routine. Nessuno ci fa più caso e nemmeno noi operatori ci badiamo più di tanto. L’altra sera, ad esempio, un Paziente in coda al PS è andato in escandescenza, a preso a parolacce una collega e l’ha trattenuta per i capelli.

La collega ha risposto in maniera pacata, ma non è bastato, l’uomo ha continuato ad aggredirla. Alla fine sono intervenuti gli agenti di polizia presenti in ospedale e tutto si è calmato. La collega non ha voluto presentare denuncia, tanto, ha detto, nessuno interviene, nessuno fa nulla di concreto per eliminare il fenomeno.

Dopo un po’ il Paziente ha deciso di abbandonare il Pronto Soccorso e di andare alla guardia medica. Era un codice verde, un mal di denti. Ma nessun codice può e deve giustificare atti incresciosi come questo.

Io ho paura, vado a lavoro con la sensazione che da un momento all’altro possa accadere anche a me. Vivo questa condizione in maniera quotidiana. Forse sono un burnout? Non lo so, ma così non si può più lavorare. Non ne ho più le forze, non ho più la lucidità, non ho più la voglia di fare il professionista e ho paura di reagire male ad una aggressione.

Per questo ho deciso di lasciare, probabilmente mi licenzio e vado a provare la carriera in Svizzera. Ora sto imparando l’inglese e il tedesco, perché là sono richiesti e chi parla bene le due lingue ha più possibilità di emergere e di guadagnare.

Mi dispiace per questa italia sanitaria che continua ad andare a rotoli.

Andrea C., Infermiere

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Carissimo Andrea,

il tuo racconto è davvero sconfortante. È incredibile come gli infermieri siano costretti a lavorare in condizioni così difficili e pericolose. È vero che molti di loro subiscono aggressioni verbali, psicologiche e fisiche, e che spesso non denunciano per paura di ritorsioni. Questo è un problema serio che deve essere affrontato.

Gli infermieri sono professionisti che svolgono un lavoro fondamentale per la nostra società. Sono loro che si prendono cura dei nostri cari quando sono malati o feriti. Sono loro che ci aiutano a guarire e a tornare alla vita normale. Non meritano di essere trattati in questo modo.

È importante che ci sia più rispetto per gli infermieri. Dobbiamo ricordare che sono persone che lavorano sodo e che dedicano la loro vita agli altri. Dobbiamo supportarli e aiutarli a svolgere il loro lavoro in sicurezza.

Spero che il tuo racconto possa servire a sensibilizzare le persone su questo tema. Dobbiamo far sapere agli infermieri che non sono soli e che ci sono persone che li sostengono. Dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente più sicuro e rispettoso per loro.

Continua a seguirci.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore quotidiano sanitario AssoCareNews.it

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