Un Infermiere ha rinunciato al suicidio grazie ad un volume di Andrea Camilleri. Lo ha svelato lo stesso romanziere in occasione della presentazione ai mass-media del suo ultimo volume, “Lettera a Matilde“, scritto per i tipi della Bompiani. La confessione del collega affidata ad una missiva spedita direttamente all’autore.
Si tratta di un Infermiere cinquantenne della provincia di Bari che noi siamo riusciti a rintracciare in quanto la sua storia ci era stata raccontata in passato dall’interessato. Per noi da ora in poi si chiamerà Giuseppe. L’uomo, originario della Puglia e Infermiere in un noto ospedale barese, è salvo grazie al “Re di Girgenti“, uno dei massimi capolavori di Camilleri.
“Scrissi tempo fa una lettera di mio pugno ad Andrea Camilleri, uno dei romanzieri che ho imparato a conoscere ed amare – ci dice Giuseppe via Messenger – ma non pensavo che la utilizzasse addirittura per pubblicizzare un suo volume. La cosa mi fa da una parte ribrezzo per quello che ho in passato attraversato dal punto di vista esistenziale, mi riempie di gioia perché il mio non suicidio ha ispirato gli scritti di un autore così importante. Gli devo la vita. Per caso mi sono imbattuto in un suo volume e per caso oggi sono qui a raccontarvelo”.
A 92 anni Camilleri ha deciso di raccontarsi e di rendere note le vicissitudine di vita e di scrittore che lo hanno profondamente modificato ed ispirato. Nel volume edito da Bompiani, che sarà in tutte le edicole e le librerie a partire dal 31 agosto 2018, lo scrittore siculo tira le somme di una vita che per sempre lo legherà al Commissario Montalbano, oramai monumento dell’Italia cinematografica. Non tutti, però, conoscevano la storia di Giuseppe, di quell’Infermiere che ha deciso di non suicidarsi dopo aver letto per caso il libro del romanziere Siciliano.