Oggi raccontiamo la storia di Stas Shvets, Ucraino, che da orfano è diventato Infermiere. Ora aiuta i bambini profughi della guerra voluta dalla Russia.
Ieri l’Eco di Bergano ha pubblicato la storia di Stas Shvets, orfano Ucraino diventato recentemente infermiere. Oggi il professionista sanitario è sceso in campo a salvaguardia dei bambini e dei profughi del suo Paese, afflitto da una guerra voluta dalla Russia e dal zar Vladimir Putin.
La terra bresciana da sempre legata all’Ucraina.
Un legame nato quasi trent’anni fa, quando la Caritas di Darfo organizzava i primi soggiorni dei “bambini di Chernobyl” tra l’alto Sebino e la valle Camonica: Bossico, Lovere, Costa Volpino, Rogno, e gli altri paesi bresciani, accoglievano i bambini che in Ucraina vivevano in qualche orfanotrofio e avevano bisogno di cure, di alimentazione sana, di svago.
La nascita di Domani Zavtra.
Poi il progetto ha dato origine all’associazione “Domani Zavtra” che negli anni ha consentito di recuperare e riqualificare diverse strutture ucraine destinate alla cura e alla crescita degli orfani o dei bambini abbandonati. Normale quindi che “Domani Zavtra” fin dall’inizio dell’invasione russa sia stata in prima linea per raccogliere vestiti, alimenti e cibi da mandare al confine fra la Polonia e l’Ucraina.
Ma chi è Stas Shvets?

Decisamente fuori dal comune invece la storia di uno di quei ragazzi che passavano l’estate sul lago d’Iseo: Stas Shvets, cresciuto a Costa Volpino, poco più di un anno fa si è laureato in infermieristica e ha iniziato a lavorare per l’Areu. Domenica sera ha raggiunto la Polonia per dare aiuto ai centri di accoglienza e per individuare i bambini con patologie che verranno trasportati in Italia con i loro familiari per essere curati.
Lui è uno che parla poco. L’Eco è riuscito a ricostruire la sua storia italiana. Grazie ad un chirurgo bresciano e alla sua famiglia è riuscito a studiare e a laurearsi in infermieristica.
Le iniziative di Domani Zavtra.
Intanto “Domani Zavtra” ha già portato a termine due viaggi per portare aiuti ai profughi. Dopo il materiale raccolto in municipio a Lovere e consegnato nei giorni scorsi, ieri sera i mezzi partiti da Pisogne sono arrivati al confine dopo essere passati da Konstancin, cittadina gemellata proprio con Pisogne. La volontà è di creare un hub di appoggio per l’invio regolare di autotreni.
“La richiesta pressante – spiegano i volontari – ora è di farmaci, in particolare insulina e paracetamolo. Quest’ultimo per i bambini che sono ospitati negli scantinati senza riscaldamento e che si ammalano facilmente. Intendiamo seguire la politica della consegna ‘punto – punto’ cioè con la certezza di portare materiale utile a chi ne ha bisogno”.
Sciroppo per la tosse dei bambini, antiinfiammatori, ma anche garze, cerotti, bende e altro materiale sanitari possono essere consegnati nella sede di “Domani Zavtra” a Darfo; per gli alimenti, la richiesta è che siano pronti al consumo: non è possibile cuocerli.
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