Nel panorama della sanità italiana, la questione della somministrazione di farmaci antidolorifici da parte degli infermieri senza prescrizione medica rappresenta un tema cruciale.
Ancora oggi, il nostro Paese è in ritardo rispetto ad altre realtà internazionali nella gestione del dolore, ma alcuni passi avanti sono stati fatti con l’introduzione degli “ospedali senza dolore”.
La Conferenza Stato-Regioni ha sottolineato l’importanza di questi ospedali nel migliorare il processo assistenziale, fornendo linee guida che consentono la realizzazione di progetti regionali mirati. È essenziale che nella cartella clinica del paziente siano registrate le caratteristiche del dolore e che la rilevazione costante del dolore diventi una competenza dell’infermiere, previa formazione adeguata.
I protocolli di trattamento farmacologico, come quelli adottati in alcune regioni, prevedono la somministrazione automatica di farmaci antidolorifici al superamento di determinati livelli di intensità del dolore. Questo avviene all’interno del contesto degli “ospedali senza dolore”, dove si realizza una somministrazione senza una prescrizione medica tradizionale, ma seguendo protocolli vincolati alla rilevazione del dolore.
È fondamentale che il personale infermieristico sia formato adeguatamente e che venga implementato un sistema di rilevazione periodica del dolore. Solo in questo contesto specifico, l’infermiere può autonomamente eseguire l’intervento antalgico, che spesso consiste nella somministrazione di farmaci antidolorifici, compresi quelli a base di oppiacei.
Tuttavia, al di fuori del contesto degli “ospedali senza dolore”, la legittimità di tale agire è meno chiara. È quindi necessario promuovere ulteriori iniziative legislative e formative per garantire che la gestione del dolore sia efficace ed eticamente corretta in tutti gli ambiti sanitari.
Il progetto “Ospedale Territorio senza dolore”, estensione del precedente, ha l’obiettivo di portare la gestione del dolore anche nel contesto domiciliare, contribuendo così a migliorare la qualità della vita dei pazienti anche al di fuori delle strutture ospedaliere. La legge 15 marzo 2010, n.38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” ha fornito un importante supporto a questo processo.
In conclusione, la somministrazione di farmaci antidolorifici da parte degli infermieri rappresenta un passo avanti nella lotta al dolore, ma è necessario un impegno costante per garantire che tale pratica avvenga nel rispetto delle normative e delle migliori pratiche cliniche, sia negli ospedali che nei contesti territoriali.
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