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martedì, Marzo 19, 2024
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Graduatoria sessista: candidate donne penalizzate per la gravidanza.

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Scandalo in Puglia dove 330 medici firmano lettera di denuncia contro la formazione di una graduatoria sessista. La gravidanza infatti penalizza le candidate.

Graduatoria sessiste che penalizza le candidate che hanno avuto gravidanze.

Accade in Puglia, dove alcune giovani donne medico si sono viste negare il punteggio relativo ai mesi nei quali non hanno potuto esercitare la professione pur avendo un regolare contratto di sostituzione di un medico di famiglia.

Gli uffici della Regione, si legge in una lettera aperta firmata da almeno 330 medici pugliesi fra uomini e donne, non ne hanno voluto sapere.

“Un funzionario mi ha detto che riconoscerci quel punteggio sarebbe stato discriminatorio nei confronti dei colleghi uomini, che per fare punti devono andare a lavorare. Non è agghiacciante?”, dice Magda Logrieco, 38 anni.

Gravidanza a rischio = perdita di posti in graduatoria.

E dunque le professioniste che, come lei, hanno avuto un figlio dopo una gravidanza turbolenta, hanno perso terreno nella graduatoria che consente loro di mettere in tasca la convenzione con il sistema sanitario regionale e ottenere l’incarico di medico di medicina generale.

Temporaneo definitivo poco importa: se hai una gravidanza a rischio, i punti che ti spetterebbero contratto alla mano vengono tagliati via dal curriculum per tutto il periodo di assenza dal lavoro. Almeno secondo i medici.

“È una discriminazione evidente, quasi una punizione per chi ha avuto una gestazione più complicata” ragiona Giulia Zonno, una delle dottoresse che hanno firmato la lettera aperta ai colleghi pugliesi pubblicata su repubblica.it.

Due pagine tra rivendicazioni e spaesamento. “‘Prego, prima le signore’, si sente spesso dire così per galanteria, ma nella vita quotidiana si ha invece l’impressione che si faccia di tutto per lasciarle indietro, le donne. E questa volta la mancanza di rispetto avviene soprattutto per le donne medico”, si legge nel documento.

“Non tutte le gravidanze sono uguali. Alcune, già dai primi periodi richiedono il riposo. Spossatezza, nausea, astenia, pressione bassa non hanno altro rimedio che il riposo. Il tuo corpo ti chiede di fermarti, mentre – è scritto nella lettera – tanta parte della società rimane cinicamente indifferente a questa necessità, chiedendoti di andare avanti come sempre”.

Per i medici che hanno fatto proprie quelle righe, il nodo da sciogliere sta in un’errata interpretazione delle norme messe nero su bianco nell’accordo nazionale che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale. “È assurdo e gravissimo già soltanto che si sia lasciato spazio a fraintendimenti con palese discriminazione delle mamme medico”, rintuzzano i professionisti pugliesi.

Speranza ed Emiliano informati.

Della circostanza, unica nel Paese, secondo il presidente dei medici italiani, Filippo Anelli, che è anche presidente dell’Ordine dei medici di Bari, sono stati messi al corrente il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore Michele Emiliano e gli uffici del Garante regionale delle pari opportunità.

Lo stesso Anelli ha scritto loro il 24 dicembre mettendo in evidenza un altro cortocircuito. Che rende l’intera vicenda un paradosso nel paradosso: “Questo comportamento fa apparire la gravidanza come un ostacolo all’esercizio della professione medica, circostanza oltremodo incomprensibile e suicida nel periodo di pandemia che stiamo attraversando”.

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