Ci scrive Cristina Sgaravizzi (Infermiera): “la mia azienda i buoni pasto li dà, ma non ci permette di fatto di spenderli”.
Buongiorno Direttore,
mi chiamo Cristina e sono Infermiera presso l’azienda in oggetto (AUSL Romagna – ndr). In merito al buono pasto vorrei raccontare la mia esperienza e fare qualche riflessione.
Ho iniziato il mio servizio più di 37 anni fa e l’importo di euro 5.16 non è mai cambiato e solo da poco viene riconosciuto anche ai lavoratori notturni, che peraltro fanno turni di 11ore!
L’azienda inoltre, limita la possibilità di spendere tale buono ad orari precisi, decisamente scomodi, ristretti e mal organizzati, ad esempio al momento dello smonto notte i negozi sono chiusi!!! Un bel problema se si considera che i buoni non sono cumulabili e se non goduti il giorno stesso de servizio, entro le 9 del mattino, sono persi. Tutto questo cumulo di regole trova un senso solo nello scoraggiare i dipendenti, nel far si che sia più facile rinunciare che recarsi spendere il buono ogni giorno.
Così, come nella miglior tradizione delle aziende sanitarie più parsimoniose, si risparmia sui dipendenti e tra i tanti, su quelli che fanno maggiori sacrifici.
Cristina Sgaravizzi, Infermiera