In tre mesi a Bologna sono state recuperate 500 prestazioni chirurgiche rinviate a causa della pandemia. E per continuare lo smaltimento delle liste d’attesa, in estate “non vi saranno riduzioni” delle attività e anzi “saranno incrementate le ore di sala operatoria” in diversi ospedali.
Sul fronte dello screening, invece, prosegue l’attività di chiamata attiva dei cittadini rimasti ‘indietro’.
A fine anno circa il 95% degli esami in media era stato recuperato ed entro l’estate sarà colmato il gap sulle attività di prevenzione che riguardano in particolare la cervice uterina.
A tracciare il quadro è l’Ausl di Bologna
che fa il punto sulle due eredità pesanti lasciate dall’emergenza Covid degli ultimi due anni.
Per quanto riguarda le liste d’attesa chirurgiche, spiega alla “Dire” l’azienda sanitaria, “prosegue il recupero della casistica fuori soglia, con un’attenzione particolare alla quota parte di massima priorità”, cioè quella precedente alla pandemia.
“Rispetto ai 1.700 casi che la costituivano a febbraio- snocciola i numeri l’Ausl di Bologna- ad oggi ne sono stati recuperati quasi 500 e l’intenzione aziendale è di mantenere tale trend per tutto l’anno, garantendo in parallelo la piena capacità sull’attività urgente o non procrastinabile”.
Per questo motivo, mette in chiaro l’azienda, “anche nel periodo estivo, contrariamente a quanto avvenuto negli anni precedenti, non solo non vi saranno riduzioni sulle attività elettive, ma saranno incrementate le ore di sala operatoria in diversi presidi ospedalieri”.
Sul fronte screening
invece, “solo a dicembre 2021, attraverso le diverse modalità di invito e sollecito”, l’Ausl ha raggiunto “il 93% delle donne candidabili allo screening della cervice, il 95% della popolazione target per l’attività di prevenzione del tumore alla mammella e il 99% della popolazione target per la prevenzione sul colon retto”.
In particolare, quest’ultimo risultato “è frutto della convenzione con le farmacie, avviata a luglio 2020”.
Per recuperare il ritardo di chiamata
sullo screening della cervice uterina, invece, da novembre 2021 l’Ausl di Bologna “ha avviato un progetto sperimentale, unico in regione, che permette alle donne di scegliere tra l’esecuzione del test in un consultorio o tramite autoprelievo, ritirando l’apposito kit nelle farmacie aderenti su tutto il territorio”.
In questo modo, l’azienda sanitaria conta di recuperare “interamente il ritardo di chiamata entro giugno”.
L’Ausl di Bologna
ricorda che “proprio per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di screening” e per sollecitare “le persone non aderenti” vengono inviate lettere via posta, comunicazioni attraverso il fascicolo sanitario elettronico e anche messaggi via sms.
Infine, “per rispondere all’aumentata richiesta di esami da parte dei cittadini, dovuta peraltro a queste nuove modalità”, l’Ausl di Bologna “conta anche sull’impegno” del Policlinico Sant’Orsola, chiamato “a rispettare il volume di prestazioni previste negli accordi”.
Proprio la direttrice del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni, ieri ha sollevato la preoccupazione legata agli screening e alla mancata adesione dei cittadini alle campagne di prevenzione, anche per effetto della pandemia.