In Sanità c’è una bomba ad orologeria: il personale è allo stremo. Il Policlinico di Milano ha in casa una serie di problemi che lo accomunano a pressoché tutte le strutture del territorio milanese (e non solo).
Si è tenuta ieri una delle tante assemblee sindacali, sul territorio milanese. Sono assemblee queste più partecipate degli ultimi anni, sale gremite, a raccontare di un fortissimo disagio diffuso tra i dipendenti.
Il primo tasto dolente
è la carenza sistemica di personale, su cui si sofferma Mimma Sternativo, segretario Fials Milano area metropolitana: “Sul territorio nazionale mancano 80mila infermieri, a Milano la tenuta di molti servizi vacilla proprio per questa carenza drammatica.
E nelle aziende vengono sottoutilizzati
per prestazioni che non sono di loro competenza o in sostituzione di altri professionisti.
Stessa cosa per gli OSS
troppe volte utilizzati come operatori tecnici-magazzinieri, portantini o “camerieri” per distribuire i pasti. Lo abbiamo già denunciato e continuiamo a farlo, occorre le aziende capiscano”.
A mancare è anche la disponibilità
della Direzione a concedere i turni di dodici ore (previsti per legge e d’utilizzo discrezionale da parte delle aziende).
Il tema “sicurezza”
di personale e pazienti con cui nega questa opzione, crolla di fronte agli straordinari richiesti (cui spesso è velatamente impossibile negarsi) e al monte ore raggiunto per via della carenza di personale.
Una richiesta
quella del personale, che vuole unicamente permettere di ottimizzare banalmente le spese (di trasporto, di parcheggio, baby sitter, ad esempio).
Rimane poi un’urgenza
aziende e istituti, Policlinico in primis, devono avviare uno studio sul personale e strutturarsi per gestire al meglio le limitazioni fisiche e no del personale.
Parliamo di operatori e professionisti sanitari
sottoposti a fortissima usura e che, come su scala nazionale, oggi è una popolazione fortemente invecchiata. Facciamo finta che tutti possano ancora fare tutto, affrontare turni di notte, spostare pazienti da un letto a un altro.
Possiamo raccontarcelo
la verità è un’altra e chi la mette in dubbio venga a vedere faccia un giro tra i reparti. Una situazione che non gestita si trasforma in una guerra tra poveri intollerabile.
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