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Emergenza Covid, Monitoraggio GIMBE: contagi in risalita, ma ospedali ok.

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Vero problema, i non vaccinati Casi in aumento del 5% anche se calano ricoveri e decessi. Superati i 4 milioni di morti nel mondo, Giappone impone stato d’emergenza a Tokyo Covid, niente test o quarantena per bimbi in viaggio Covid: Oms, casi mondiali in aumento per la seconda settimana Covid-19: Tokyo verso proroga dell’emergenza fino al 22 agosto e altri limiti ai Giochi 08 luglio 2021.

Risalgono i contagi, ma ancora nessun impatto sugli ospedali, fra mancate forniture ed esitazione vaccinale, in tre settimane sono dimezzate le prime somministrazioni e sulla variante delta, 5,75 milioni di over 60 sono a rischio malattia grave. Lo rileva la fondazione Gimbe nel consueto monitoraggio settimanale riferito al periodo 30 giugno-6 luglio. “Il problema non è la variante Delta, ma tutti gli over 60 non ancora vaccinati circa 2,3 milioni. Vaccinatevi”.

Lo scrive su Twitter, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

OVER 60 A RISCHIO
In Italia il tallone d’Achille della campagna vaccinale è rappresentato dagli oltre 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave, privi di adeguata copertura contro la variante Delta. A lanciare l’allarme è la Fondazione Gimbe che pubblica oggi il report Covid sulla settimana 30 giugno-6 luglio. Nel dettaglio, 2,29 milioni (12,8%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con ampie differenze regionali (dal 22,6% della Sicilia al 7,7% della Puglia) e oltre 3,46 milioni (19,4%) devono completare il ciclo dopo la prima dose: 2.495.962 con AstraZeneca, 837.052 con Pfizer-BioNTech, 128.878 con Moderna. Il monitoraggio rileva intanto un incremento dei nuovi casi (+5%), a fronte di un calo degli indicatori ospedalieri (-24,2% ricoveri; -30,7% terapie intensive) e dei decessi (-26,4%)’.

IL MONITORAGGIO: INDIETRO CON LE CONSEGNE DI DOSI
Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale, rimarrebbero da consegnare circa 20,9 milioni di dosi, il 27,4% di quelle originariamente previste: anche non considerando il vaccino di CureVac che non ha superato con successo i test clinici, in assenza di ulteriori consegne in settimana, il 2° trimestre chiuderà con oltre 13,6 milioni di dosi in meno.

SOMMINISTRAZIONI
Al 30 giugno (aggiornamento ore 6.10), il 57,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 33.823.702) e il 31,1% ha completato il ciclo vaccinale (n. 18.410.229). Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.823.828 milioni dosi, in lieve aumento (+1,6%) dopo il calo della settimana precedente: restano comunque ancora “in frigo” 4.294.989 milioni di dosi. La media mobile a 7 giorni si attesta a 541.210 inoculazioni per singolo giorno. Per quanto riguarda la copertura delle categorie prioritarie, l’86,7% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia si ferma al 76,2%.

Over 80 Degli oltre 4,4 milioni, 3.930.326 (87,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 273.892 (6,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Fascia 70-79 anni Degli oltre 5,9 milioni, 3.365.081 (56,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.860.324 (31,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Fascia 60-69 anni Degli oltre 7,3 milioni, 3.557.990 (47,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.514.299 (33,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Sono, quindi, 2.384.966 (13,3%) gli over 60 che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 23,8% della Sicilia al 8,1% della Puglia. Il trend di coperture vaccinali per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69, oltre a registrare una netta flessione nelle ultime tre settimane per la fascia 50-59 anni, già a copertura inferiore al 70%.

VARIANTE DELTA E STRATEGIA VACCINALE
A oggi dei 17.886.878 over 60, 2.384.966 (13,3%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: 3.154.159 con AstraZeneca, 1.286.101 con Pfizer-BioNTech e 208.255 con Moderna. In tutto, quindi, sono oltre 7 milioni i soggetti over 60 parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante. Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante Delta in Italia, la sua maggiore contagiosità e, soprattutto, la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari. Due gli obiettivi prioritari: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia anagrafica. Tuttavia, se per i vaccini a mRNA l’intervallo minimo tra le due dosi può essere riportato a quello originale (21 giorni per Pfizer-BioNTech e 28 giorni per Moderna), diverso è il caso di AstraZeneca. Infatti, se il richiamo sarebbe formalmente permesso dalle indicazioni del foglietto illustrativo a partire dalla quarta settimana successiva alla prima somministrazione, la circolare ministeriale n. 5079 del 9 febbraio 2021 raccomanda un intervallo ottimale di 10-12 settimane per garantire una maggiore efficacia del vaccino.

I CONSIGLI DI GIMBE
Se per contrastare la diffusione della variante Delta devono tornare in campo i servizi territoriali potenziando contact tracing, sequenziamento e screening alle frontiere, per limitare l’impatto della Covid-19 severa e delle ospedalizzazioni occorre accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60. Ma serve una scelta strategica univoca, senza fughe in avanti delle Regioni, allineata con le indicazioni autorizzate dei vaccini e adeguatamente comunicata alla popolazione, anche perché, in relazione alle scorte di vaccini disponibili, nuove vaccinazioni e richiami degli under 60 potrebbero dover subire un rallentamento.

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