Operatori Socio Sanitari neo-formati smarriti e delusi.
Dopo una serie di segnalazioni al quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it abbiamo deciso di indagare sulla questione e abbiamo chiamato uno ad uno 20 scuole di formazione per Operatori Socio Sanitari. Tutte ci hanno detto al telefono che l’OSS viene preparato a gestire la terapia farmacologica, le medicazioni avanzate di lesioni cutanee e manovre invasive per evacuazioni, cateterismo e indagini diagnostiche. A formare e a “certificare” queste competenze degli Infermieri in carne ed ossa, quasi sempre Coordinatori di Unità Operativa o di struttura residenziale. E nessuno controlla.
Facciamo un passo indietro. Prima di avviare la nostra indagine, partita nel gennaio 2019, ci siamo informati su come e su chi effettivamente è detenuto a formare l’Operatore Socio Sanitario (meglio conosciuto con l’acronimo OSS).
La loro formazione è demandata dallo Stato alle Regioni e da queste ad aziende pubbliche (pochissime) e private (la stragrande maggioranza). Va subito precisato che l’OSS non è paragonabile al “vecchio Infermiere” (come più scuole ci hanno riferito) e che il Profilo dell’Oss, ovvero l’Accordo Stato-Regioni del 2001, parla chiaro sul ruolo di questa figura tecnica che ad oggi non ha alcuna norma che la tutela effettivamente.
In molte scuole giocano sulle “competenze” descritte nel Profilo, soprattutto là dove di parla di:
- somministrazione farmaci;
- medicazioni di lesioni;
- nutrizione;
- manovre invasive;
- presidi medicali.
Le testimonianze di due OSS.
Ne parliamo con Carmela Loprete, neo-Operatrice Socio Sanitaria, che ha studiato in una scuola di formazione del Sud, e con Anita Predolin, che invece si è formata come OSS in una struttura del Nord Italia.
Parla Carmela, che ha studiato al Sud…
“Uno dei principali docenti della mia scuola era ed è un Infermiere molto conosciuto in zona, soprattutto perché è Coordinatore di una RSA e membro dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della mia provincia; – ci spiega Carmela Loprete , 27 anni, laureata in Economia e Commercio e costretta a fare il Corso da OSS per sperare in un lavoro dignitoso che nel Meridione cerca, ma non trova – questa persona ci ha sempre detto che potevamo somministrare la terapia farmacologica a pazienti dopo che a prepararla è stato l’Infermiere o l’infermiera di turno, che potevamo sostituire tranquillamente le sacche del catetere per ridurre le infezioni urinarie, che potevo eseguire clisteri ma senza la sonda rettale, che potevo occuparmi della dieta alimentare dell’assistito, che potevo medicare qualsivoglia lesione purché formato da un Infermiere/Infermiera, che potevo usare tutti i presidi per misurare i parametri vitali. In pratica tutto ciò che fa un Infermiere, anche se qualcosa mi puzzava, visto che per diventare Infermiere occorre una laurea”.
“Poi qualche settimana fa, partecipando ad un corso di formazione per il Concorso OSS in Puglia, ho scoperto che in effetti quel dubbio che mi assillava in realtà era un vero e proprio campanello d’allarme; – aggiunge Carmela – gli OSS non possono somministrare la terapia ai pazienti sotto qualsiasi forma (compresse, intramuscolo, intradermica, sottocute, topica, endovena, sublinguale, ecc.), non possono medicare lesioni oltre il primo stadio (ovvero il lieve rossore, dopo il ritorno ematico da digitopressione), non possono gestire la dieta di un paziente perché non conoscono la terapia e la fisioterapista-patologia del corpo umano e le patologie, non possono usare tutti i presidi per il rilevamento dei Parametri Vitali (ad eccezione del termometro ascellare/inguinale e dello sfigmomanometro elettronico), non possono eseguire clisteri o somministrare purghe di alcun tipo, non possono assolutamente sostituire la sacca del catetere vescicale perché invece di abbattere il rischio di infezioni lo aumenta a dismisura (anche l’Infermiere o il Medico non possono farlo, va sostituito la sacca con tutto il CV, non a caso le sacche sterili hanno un pulsante di evacuazione dei liquidi, che va manovrato seguendo particolari accorgimenti, non ultimo la disinfezione del rubinetto). Non possiamo rilevare la glicemia capillare perché non possiamo forare il dito del Paziente. Peccato che molti colleghi non l’abbiano capito e che per fanatismo personale o di categoria riferiscono o, peggio, fanno il contrario. E per finire chi tutela il Paziente? A questo nessuno ci pensa”.
Precisiamo.
Da precisare che non tutte le scuole di formazione per OSS inducono all’abuso di professione, ma tutte quelle che abbiamo ascoltato ci hanno stupito per quanta e quale superficialità utilizzano nel proporre i corsi per diventare Operatori Socio Sanitari. Forse è solo colpa delle segretarie che non sono informate sulle Leggi in vigore? In realtà la situazione è peggiore: queste strutture devono lavorare e per attirare a sé gli iscritti spesso abusano delle parole e creano false aspettative nei discenti, che poi quando si trovano nel mondo del lavoro provano a far valere il proprio sapere e le proprie competenze che in realtà non hanno e non sono ancora riconosciute. Di fatto abusano poi delle Professioni Mediche ed Infermieristiche senza averne la consapevolezza.
Inoltre, tanti OSS chiedono agli Infermieri il perché alcune azioni le possono fare i parenti a casa e non le possono fare gli Operatori Socio Sanitari in ospedale o nelle strutture di cura pubbliche e private. La risposta è una ed una sola: non vi sono leggi che tutelano l’OSS rispetto a queste manovre, pertanto tutto ciò che fanno lo fanno abusando della professione altrui!
Parla Anita, che ha studiato al Nord…
“In effetti tra quello che ci hanno spiegato a scuola e quello che faccio oggi nella struttura dove lavoro vi è un abisso. Gli Infermieri mi impediscono di medicare, di somministrare la terapia, di fare cateterismi, di occuparli della dieta (ma non della somministrazione degli alimenti per OS), di reperire i parametri vitali. L’unica cosa che ci fanno fare in autonomia sono le scale del dolore, ma solo nei pazienti vigili e collaboranti; – ci spiega Anita Predolin, che ha studiato al Nord – per me fanno bene e io rimprovero e litigo con i miei colleghi che si sentono dopo anni di lavoro dei piccoli-Infermieri; non sanno quello che rischiano, somministrano la terapia anche a pazienti non collaboranti, la mescolano tritata nei pasti e di notte somministrano anche terapia al bisogno per il sonno; non è possibile che nessuno intervenga, eppure tutti sanno tutto, anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche e i sindacati sono stati informati. La verità a mio avviso è che queste scuole fanno confusione in maniera scientifica. Sapete perché mi sono iscritta al Corso OSS? Perché ho visto un manifesto, c’erano un ragazzo e una ragazza in divisa con un fonendo al collo; ho pensato che con quel corso potevo fare l’infermiera e mi sono iscritta pagando circa 3000 euro in un anno. Poi ho visto che qualcosa non andava, che per diventare Infermieri serviva una laurea e che io mi dovevo occupare solo di igiene e alimentazione orale, quindi di servizi domestico-alberghieri. Alla fine ho accettato la cosa e ho capito subito che non potevo abusare della professione di altri. Dopo il corso mi sono sempre attenuta ai dettami del Profilo dell’OSS“.
Abbiamo chiesto informazioni direttamente a queste scuole…
Avevamo già scritto su questi argomenti, oggi ci siamo ritornati perché quello che abbiamo scoperto ha dell’incredibile. Chiamando una ad una le segreterie di queste scuole di formazione, tutte private, abbiamo notato che le proposte erano simili ovunque. Tutte ci hanno indotto a pensare che partecipando al corso, per almeno 2700 euro di media (più spese), dopo un anno diventavamo una sorta di ibrido: “non sarai un Infermiere, ma farai quello che fa l’infermiere!“.
Queste scuole dovrebbero essere sottoposte periodicamente a controlli da parte delle Regioni, ma i controlli in Italia si sa vengono fatti in maniera superficiale. Spesso l’esigenza di creare nuovi posti di lavoro spinge tanti ad andare oltre le Leggi o a mantenersi sul filo sottile che suddivide la Professione Infermieristica dall’attività tecnica dell’OSS.
Appello agli OSS.
Agli Operatori Socio Sanitari diciamo di farsi furbi e di non rischiare il lavoro, la dignità e le competenze nel frattempo acquisite facendosi guidare dal fanatismo categoriale. Perché rischiare l’abuso di professione, quindi la galera e una corposa multa fino a 75.000 euro per fare quello che non è nel ruolo e nelle responsabilità dell’OSS? Ponetevi questa domanda e datevi da soli una risposta.
Segnalateci le scuole che vi hanno formati all’abuso professionale e soprattutto segnalateci gli Infermieri che continuano a formare in maniera scorretta gli OSS, li segnaleremo alla FNOPI e all’OPI di competenza: redazione@assocarenews.it.