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OSS precari di Casa Sollievo della Sofferenza a casa: in tanti non hanno superato fasi preliminari Concorso.

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E’ guerra aperta tra Operatori Socio Sanitari (OSS) precari di Casa Sollievo della Sofferenza e la Direzione. Buttati fuori dal concorso, 20 famiglie sul lastrico.

Carissimo Direttore,

vi scriviamo per portare a conoscenza quanto di inaccettabile sta accadendo a noi OSS (Operatori Socio Sanitari) assunti da un’agenzia interinale, la “Randstad Italia S. P. A.”, per lavorare presso “Casa Sollievo della Sofferenza” in prima linea quando tutta la Sanità stava fronteggiando una grandissima emergenza sanitaria come quella del Covid-19.

Noi, dopo tre anni di lavoro e sacrifici, ci siamo ritrovati “come premio” a partecipare ad un concorso, per alcuni il secondo – ebbene sì, il secondo accompagnato da una preselezione scritta – dopo che in data 25 gennaio 2022 in 25 fummo chiamati a presentarci presso il salone del quarto piano, dove dopo un colloquio di lavoro con tanto di esame orale della durata di 15-20 minuti per ognuno, ci fu comunicato, il giorno stesso, che l’era del precariato con la “Randstad” per noi era finita e che da quel giorno saremmo passati con “Casa Sollievo della Sofferenza”.

Molti di noi pensando di aver raggiunto il “traguardo”, ha rinunciato ad altre proposte di lavoro e a non presentarsi ad altri concorsi cui ci si era precedentemente iscritti. Ora che siamo stati messi alla porta ci chiediamo, perché proprio in un ospedale voluto e creato da un Santo è accaduto tutto ciò?

Qualcuno si è anche battuto per noi, lo dimostra una nota dei sindacati, dove in un incontro dell’8 Marzo si chiedeva l’applicazione dello stesso trattamento che ebbero i primi 4 che con soli 4 mesi di lavoro furono subito assorbiti da “Casa Sollievo della Sofferenza” (precedentemente assunti sempre con “Randstad”).

Ma così non è stato! Siamo diventati come fantasmi una volta finito lo stato d’emergenza. Come mai a questi 4 è stato fatto il contratto e a noi no?! Ci siamo rivolti anche all’ufficio delle Risorse Umane, a Sua Eccellenza Monsignor Franco Moscone per chiedere spiegazioni sul perché di questo “diverso” trattamento.

E al danno si aggiunge anche la beffa, perché a noi che abbiamo lavorato con determinazione e professionalità non ci è stato riconosciuto nemmeno il punto di merito nell’assurda preselezione, assurda perché sul campo di battaglia siamo stati tutti utili. Un punto che ha segnato il destino di padri e madri di famiglie!

Quindi a questo punto ci si chiede: come mai tutti gli ospedali hanno stabilizzato chi ha lavorato durante il Covid mentre non è successo lo stesso in un ospedale religioso come “Casa Sollievo della Sofferenza” facendo sì che una ventina di famiglie fossero state trattate come pedine? Come mai è stato fatto il contratto solo ai primi 4 ed a noi no?! – è quanto si legge al termine della nota inviata a Sanmarcoinlamis.EU a firma degli stessi lavoratori della “Randstad”.

Sulla questione ha espresso il suo parere sui social anche il dr. Giuseppe MARUZZI, Responsabile della Struttura Semplice di Riabilitazione Orto-Geriatrica di “Casa Sollievo della Sofferenza”:

Gli OSS “fantasma” di Casa Sollievo della Sofferenza

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