Infermieri senza OSS e Operatori su più reparti. Se il turno di notte guarda solo al risparmio.
Il turno di notte rappresenta l’abbandono del lavoratore a sè stesso.
Con queste parole inizia una breve lettera che ci è giunta ieri dopo la pubblicazione di una testimonianza che raccontava le condizioni di lavoro di una collega oss.
Fra social e segnalazioni in redazione sono state decine le reazioni dove si raccontava ancora una volta la triste realtà di molti ambienti, completamente trasformati per il turno che va dal tramonto all’alba.
Infermieri senza OSS a dover gestire reparti fisicamente complessi come traumatologia, ortopedia o chirurgia addominale. In contemporanea Operatori ci hanno invece scritto che erano assegnati a due o più unità operative. Talune anche su diversi piani dello stesso edificio.
La qualità assistenziale è, come sempre, una cosa che riguarda i singoli professionisti, che si fanno carico di un’organizzazione insufficiente per non dover mancare nei confronti del paziente.
Ma spesso è impossibile garantire una situazione di decenza, come spiega Salvatore, costretto a fare l’OSS su 3 reparti su due piani diversi, con il risultato che l’ultimo paziente del normale giro lo vede di media a mezzanotte e mezzo.
O che costringe Andrea, Infermiere, a iniziare il giro letti con l’OSS alle 6, dovendo quindi fare prelievi e terapia alle 5 o poco più.
Tutto questo ha senso? Per il bilancio, forse.
Ma dove sta l’Umanizzazione delle cure, per dirne una, se devo svegliare un malato alle 6.15 per fargli il bagno a letto? O se sveglio qualcuno alle 5.40 per fargli un prelievo? O se un qualsiasi bisogno lo accolgo alle 23.35 e non prima perchè non ho il personale per aiutare le persone che sono lì perchè stanno male?
Fare bene il proprio lavoro richiede sacrifici che non dovrebbero nemmeno essere ipotizzati da Infermieri e OSS.
