La Cassa Previdenziale degli Infermieri Liberi Professionisti ENPAPI risponde all’appello dell’Associazione Infermieristica Nazionale AssoCare.it e aiuterà concretamente il collega Amedeo, che dopo le febbri malariche e una pesante patologia neurologica non è più in grado di lavorare. A renderlo noto è il Presidente dell’Ente, Mario Schiavon, che su determinazione del Consiglio di Amministrazione – sempre attento alle esigenze di natura sociale e umana dei propri iscritti – ha erogato un intervento per stato di bisogno.
La storia di Amedeo, nome fittizio ideato per proteggere l’identità dell’interessato, ha fatto il giro d’Italia attraverso il Web dopo l’appello lanciato dal Presidente dell’Associazione AssoCare.it, Gioacchino Costa, ex-Infermiere Libero Professionista.
Schiavon incontrerà personalmente Amedeo a Milano il 14 febbraio 2018 per consegnargli un assegno di 12.000 euro, utili a tamponare le ristrettezze del momento. L’obiettivo dell’ENPAPI, tuttavia, va oltre il semplice contributo economico. Infatti, l’Ente avvierà tutte le procedure istituzionali del caso per cercare di creare un percorso di re-inserimento sociale e lavorativo del collega, cercando di recuperare quanto più possibile le sue potenzialità residue.
Come si ricorderà Amedeo, originario dell’Abruzzo, dopo il tentativo di avviare un Ambulatorio Infermieristico in Puglia si è trovato in difficoltà economiche ed occupazionali importanti.

Dopo una missione in Africa realizzata allo scopo di aiutare bambini in difficoltà nel pre, nell’intra e nel post-operatorio cardio-chirurgico, si è ammalato probabilmente di Malaria e durante la degenza in un ospedale Milanese ha subito un serio problema neurologico che lo ha portato ad un sostanziale deficit all’emilato destro, con interessamento decisivo della mano.

L’ENPAPI ha accolto l’accorato appello ad aiutarlo. L’intero Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha deliberato per un primo aiuto economico. Tutto ciò mentre si sta lavorando per fornire ad Amedeo un sussidio mensile che lo possa aiutare nel prosieguo della vita.
“Il nostro Ente da tempo aiuta i colleghi in difficoltà – spiega Schiavon ad AssoCareNews.it – non c’è in Italia il solo caso di Amedeo, ma tanti altri. L’ENPAPI è convinto che quando un infermiere non lavora perché impedito a farlo da patologie, è giusto che a questo collega venga data la possibilità di sopravvivere dignitosamente e là dove possibile di rimettersi in gioco utilizzando le sue potenzialità professionali residue. Cercheremo di creare attorno ad Amedeo, che ho deciso di incontrare personalmente e che ho ascoltato già telefonicamente, un progetto che lo faccia sentire accolto. Perché in tutta questa vicenda, al di là dei social, resta in piedi la questione umana. La dignità delle persone viene prima di ogni altra cosa”.
Tutto è bene quel che finisce bene!