Il sindacato USB Pubblico Impiego: “I salari pubblici sono bassi e non tengono conto del costo della vita”.
L’Unione Sindacale di Base (USB) Pubblico Impiego denuncia da molto tempo i bassi salari all’interno della pubblica amministrazione. Una condizione causata dall’enorme ritardo con il quale vengono rinnovati i contratti e dagli importi che non tengono in considerazione il costo reale della vita. Quadro ulteriormente aggravato dall’esplosione dei costi energetici e dall’aumento esponenziale dell’inflazione.
Sul tema del salario, l’USB ha costruito mobilitazioni, scioperi e un Controforum molto partecipato, in occasione del Forum ufficiale della PA tenutosi al palazzo dei Congressi di Roma. Attraverso queste iniziative, l’USB ha puntato il dito sui bassi salari e sulla precarietà come cause principali di sfiducia dei dipendenti pubblici e di abbandono dei nuovi assunti.
D’altronde basta comparare gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani con il resto d’Europa per capire che gli stipendi pubblici italiani sono davvero bassi. Ad esempio, in Francia un impiegato pubblico guadagna in media 3.800 euro al mese, mentre in Germania guadagna in media 4.200 euro al mese. In Italia, invece, un impiegato pubblico guadagna in media solo 2.500 euro al mese.
Nonostante questo, per mesi il ministro Zangrillo ha continuato a sostenere che la poca attrattività della PA non risiede in stipendi assolutamente inadeguati, ma da “merito”, “competenze”, “responsabilità”, “valutazione”, “soft skill” e via cantando.
Oggi, in un’ampia intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il ministro Zangrillo ha finalmente ammesso che il salario è fondamentale per sviluppare motivazione e senso di appartenenza e che si adopererà in tal senso nella prossima legge di bilancio.
L’USB Pubblico Impiego accoglie con soddisfazione le parole del ministro, ma chiede che alle parole seguano immediatamente i fatti. L’USB chiede un rinnovo del contratto nazionale con stanziamenti di almeno 300 euro netti mensili per contrastare l’aumento del costo della vita e rendere realmente “attrattiva” la PA.
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