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giovedì, Maggio 2, 2024
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Nursing Up: “d’accordo con Bertolaso, intervenire su Medici e Infermieri o andranno via”.

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Nursing Up De Palma. Incontro Schillaci-Regioni: “Come sindacato valutiamo positivamente l’interesse dimostrato da parte dell’Assessore Welfare della Lombardia Guido Bertolaso”.

Un segnale importante, che ha dato corpo alle nostre richieste di valorizzazione degli infermieri e degli altri professionisti del comparto non medico, proprio come abbiamo chiesto attraverso le  istanze presentate sul suo tavolo, lo scorso 29 maggio, giorno della manifestazione di Milano.

Sul Ministro, e sulle sue nuove promesse di rilanciare la sanità, con un massiccio piano di investimenti da parte del Governo, aspettiamo finalmente fatti e non parole».

«Un tavolo di confronto che era indispensabile e che ci auguriamo sia preludio di novità concrete per i professionisti della salute, quello che si è tenuto, nei giorni scorsi, tra il Ministro Schillaci e i rappresentanti della sanità delle nostre Regioni.
Un faccia a faccia che, certamente, merita di essere analizzato a dovere nei punti che più da vicino riguardano il presente e il futuro degli operatori sanitari, le cui legittime aspirazioni, lo diciamo da sempre, sono direttamente proporzionali al rinnovato fabbisogno della collettività, nell’ambito di un sistema sanitario  traballante, dove infermieri e ostetriche, “primi attori” dell’assistenza ai pazienti, subiscono, sulla propria pelle, i disagi di trattamenti economici nettamente inferiori alle proprie competenze e al loro carico di responsabilità, nonché alla rinnovata autonomia che essi esprimono, senza dimenticare che la nostra sanità ha bisogno come il pane di un massiccio piano di investimenti, in primis sullo straordinario capitale umano a nostra disposizione, che non può essere depauperato.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Lo hanno definito il nuovo Patto per la Salute: sindacati come il nostro che ogni giorno guardano negli occhi gli infermieri , le ostetriche e i colleghi delle altre professioni ex legge 42/1999, e si fanno portavoce, attraverso le nostre battaglie, delle loro istanze, non possono che chiedere  che, finalmente, dalle parole si passi ai fatti e che il confronto Ministro Salute-Regioni abbia posto davvero le basi di un nuovo inizio.
I dati di una Sanità che necessita di un massiccio piano di investimenti sono schiaccianti. Quattro milioni di italiani rinunciano a curarsi perché non se lo possono permettere (Istat), si registrano fino a due anni di lista d’attesa per poter fare una mammografia, i pronto soccorsi sono intasati e con sempre meno infermieri e costantemente a rischio aggressione. Del resto siamo di fronte al taglio delle risorse alla sanità previsto nel Def: dal 7% del Pil nel 2022 al 6,2% del 2025.
Da una parte, continua De Palma, non possiamo che apprezzare l’impegno  dell’assessore Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, con cui il nostro sindacato ha avviato un fattivo dialogo, dopo aver incontrato la Dott.ssa Paola Palmieri, della Direzione Generale WELFARE, subito dopo la nostra manifestazione  di Milano.
Nel corso del confronto con Schillaci, Bertolaso non ha mancato di sottolineare che, per quanto riguarda gli infermieri e gli altri professionisti del comparto non medico, è il momento di riconoscere il loro impegno e il loro sacrificio, perché non può essere che in paesi come la Germania e la Francia i medici e gli infermieri abbiano stipendi due o tre volte più alti dei nostri.
Si tratta di parole che non possono passare inosservate, dal momento che esprimono i contenuti delle doglianze e gli spunti di riflessione che il  Nursing Up ha lasciato sul suo tavolo il giorno 29 di maggio u.s. quando, a margine della nutrita manifestazione davanti al palazzo della Regione,  attraverso una nostra delegazione, abbiamo chiesto per iscritto a Bertolaso,  di far valere  e rilanciare, presso il Governo il peso della Regione Lombardia, tra le più grandi ed autorevoli, dando impulso alla nostra istanza di sostenere la causa degli infermieri e degli altri operatori sanitari del comparto non medico .
Nell’apprendere della posizione tenuta da Bertolaso, durante il recente vertice Ministro-Regioni, possiamo dire, senza dubbio, che il segnale da parte sua è arrivato, e si trova nelle esplicite  dichiarazioni sull’indispensabile valorizzazione economico-contrattuale di infermieri e ostetriche. Lo vediamo come un fattuale riscontro alle nostre richieste, è evidente che Bertolaso le ha  accolte e fatte proprie, estendendole rilanciandole al Ministro Schillaci durante il vertice del quale oggi parliamo.
Dall’altra parte il nostro Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, nella sua disamina con gli esponenti della Sanità delle nostre Regioni, ha evidenziato quello che sarà l’impegno del Governo a non definanziare il nostro SSN, promettendo un massiccio piano di investimento che possa rilanciare la sanità, in particolare quella di prossimità, ma soprattutto ha fatto sapere che si punterà sempre di più a un Sistema Sanitario sostenibile che possa dare una risposta gratuita a tutti i cittadini.
Certo, non possiamo nascondere, in relazione al Ministro Schillaci, la nostra preoccupazione, in particolare per le sue recenti “uscite”, che giudichiamo come pericolosi passi a vuoto, in particolare quello che prospetta l’arrivo di infermieri indiani per tappare le falle della carenza di infermieri. Ci lascia perplessi anche il suo partire sempre, nelle sue disamine, citando la carenza dei medici e i loro disagi. Ci rendiamo conto del fatto che siamo di fronte ad un medico, con una profonda conoscenza delle problematiche relative a tale professione, ma vorremmo ricordare ancora una volta al nostro Ministro che in Italia a mancare sono prima di tutto gli infermieri!
Da lui ci aspettiamo, finalmente, al pari di Bertolaso, un modus operandi che tenga conto che la sanità del futuro ha bisogno di ripartire da tutte i nostri professionisti impegnati sul campo, nessuno escluso, ognuno con il suo ruolo, ognuno con le sue competenze, riducendo di netto quello squilibrio tra la dirigenza medica e gli altri operatori sanitari, che alla fine non giova di certo alla ricostruzione di un sistema il cui rinnovamento radicale non può più attendere», conclude De Palma.

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