Carenze di personale all’ASP. CGIL, CISL, UIL e la FIALS: “si proceda con il confronto serrato”.
Si tutelino lavoratori ed utenza lungo la strada già tracciata con incontri sul territorio. Lo chiedono le sigle sindacali firmatarie di un duro documento nei confronti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania. Infermieri, Medici, OSS e Professionisti Sanitari sul piede di guerra in Sicilia.
Polemizzare o agire? Vecchia questione, in cui queste OO.SS., per proprio DNA sindacale, danno sempre la precedenza alla seconda risposta. Che diventa, in un quadro preoccupante, emergenziale quale quello della sanità in Italia ed in Sicilia, un percorso finanche obbligato per quanti avessero a cuore la risoluzione piena e definitiva degli annosi nodi.
La CGIL, CISL, UIL e la FIALS di Catania, denotano da tempo, con forza, in ogni sede opportuna, la necessità di risolvere la carenza di personale in seno all’ASP Catania. E se da un lato ciò rappresenta una emergenza, a tutela quanto dei lavoratori, sottoposti a carichi di lavoro esagerati, quanto dell’utenza che finisce con il fare le spese ultime di un sistema costantemente sull’orlo del collasso, dall’altro non si può non prendere atto del nuovo atteggiamento dell’ASP, caratterizzato adesso dalla propensione al dialogo. Diventa quindi questa un’opportunità da cogliere per quanti hanno titolo ad affrontare la questione, senza sottrarsi ad un confronto anche duro, ma leale.
E così sarà quindi in occasione dell’incontro, previsto a Catania per il 24 luglio p.v. e promosso dall’ASP, proprio dedicato alla carenza di personale, culmine di una serie di analoghe occasioni che si stanno svolgendo su tutto il territorio di competenza dell’azienda ponendo l’attenzione sulle specifiche esigenze dei vari comprensori. La CGL, CISL, UIL e la FIALS, sindacati firmatari di contratto, sono e saranno presenti, con le proprie proteste e proposte, con le domande e le risposte che riterranno più opportune. Come sempre, senza dare tregua agli interlocutori, tanto con fermezza quanto con lealtà, in base al principio che, senza scambio, senza confronto, si costruiscono solo muri, si cristallizzano i quadri problematici e si finisce in una suicida guerra di trincea fatta di tentativi di delegittimazione e propaganda, le cui vittime sono i lavoratori, pilastri della vita sociale e civile.