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Covid, la medicina territoriale rischia di saltare!

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La medicina territoriale rischia di saltare! Lo dice in una nota il Sindacato Medici Italiani (SMI) dell’Umbria.

Tutti guardano agli ospedali e ai tassi di occupazione delle terapie intensive e dei posti nei reparti ordinari, mentre il territorio, che è il cuore dell’assistenza sanitaria, rischia di saltare.

I nostri studi sono come le terapie intensive nel corso della prima ondata così una nota del Direttivo Regionale Sindacato Medici Italiani Umbria, lancia l’allarme.

Oramai dall’inizio della quarta ondata i medici di medicina generale e quelli di continuità assistenziale sono stati lasciati senza alcun supporto da parte dei Dipartimenti di prevenzione anch’essi in evidente sovraccarico per l’arcinota carenza di personale.

Gli studi medici e quelli di continuità assistenziale non saranno in condizione di reggere ancora a lungo

L’impatto della variante Omicron, che non porta ad un numero elevato di ospedalizzazioni, ma che ricade, invece, completamente sulla gestione assistenziale del medico di famiglia.

Tra positività, quarantene, terapie domiciliari e consulti telefonici, sono centinaia le richieste che quotidianamente arrivano ai singoli medici di medicina generale, richieste di assistenza che si sommano a quelle in presenza negli studi.

La minore gravità dei pazienti affetti da Covid si traduce in un carico impossibile da sostenere, anche perché al medico di medicina generale viene demandata anche tutta la burocrazia legata alla gestione della malattia.

Comprensibilmente, chi si ammala di Covid teme che la propria situazione possa aggravarsi, e richiede al proprio medico di famiglia un’attenzione enorme.

Dal canto loro, i medici di medicina generale stanno rispondendo a tutte le chiamate, rassicurando i propri assistiti monitorandone le condizioni.

In questo contesto l’ulteriore sovraccarico dovuto alla recente nota del Commissario Straordinario all’emergenza della Regione Umbria sull’effettuazione dei tamponi presso gli studi medici per la fine della contumacia, non concordata con i medici di medicina generale, dimostra lo stato disorganizzazione e impreparazione della Regione nell’affrontare questa emergenza.

Manca la comunicazione diretta efficace ed efficiente tra i medici di medicina generale e i sistemi di sanità pubblica che hanno la responsabilità delle quarantene e degli isolamenti, tanto che molti pazienti per problemi del sistema informatico ancora non sono stati raggiunti dagli sms del Dipartimento di Prevenzione.

Questo sovraccarico diventa ancora più pericoloso se consideriamo che i medici di medicina generale sono attivamente coinvolti nella doppia campagna vaccinale Covid e anti influenza.

Per di più i medici, oltre all’individuazione dei pazienti eleggibili alle terapie con monoclonali, saranno coinvolti anche per quelli eleggibili alla terapia anticovid con la pillola recentemente approvata dall’Aifa, sottraendo ai compiti clinici e terapeutici, risorse indispensabili conclude lo SMI Umbria.

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