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A cosa si riferisce il ministro della salute Orazio Schillaci quando parla di aumenti ora di dai 30 ai 60 euro per gli Infermieri?

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Il ministro della salute Orazio Schillaci si riferisce agli aumenti salariali per gli infermieri che sono stati previsti dalla legge di bilancio 2023.

In particolare, la legge prevede un aumento del 5% della retribuzione base per gli infermieri, che si tradurrà in un aumento di circa 30 euro lordi al mese per gli infermieri con meno di 10 anni di anzianità e di circa 60 euro lordi al mese per gli infermieri con più di 10 anni di anzianità.

Gli aumenti saranno retroattivi al 1° gennaio 2023 e saranno applicati a tutti gli infermieri in servizio nel Servizio Sanitario Nazionale, sia dipendenti pubblici che privati.

L’aumento salariale è stato richiesto da tempo dalle organizzazioni sindacali degli infermieri, che hanno sottolineato la necessità di valorizzare la professione infermieristica, che è una delle professioni più importanti del Servizio Sanitario Nazionale.

L’aumento salariale è un passo importante nella valorizzazione della professione infermieristica, ma non è sufficiente a risolvere tutti i problemi del settore. È infatti necessario anche investire in nuove tecnologie, migliorare le condizioni lavorative degli infermieri e ridurre il carico di lavoro.

Ecco alcuni dettagli sugli aumenti salariali per gli infermieri:

  • Retribuzione base: aumento del 5%, che si tradurrà in un aumento di circa 30 euro lordi al mese per gli infermieri con meno di 10 anni di anzianità e di circa 60 euro lordi al mese per gli infermieri con più di 10 anni di anzianità.
  • Retroattività: gli aumenti saranno retroattivi al 1° gennaio 2023.
  • Applicabilità: gli aumenti saranno applicati a tutti gli infermieri in servizio nel Servizio Sanitario Nazionale, sia dipendenti pubblici che privati.

In un’intervista a La Stampa, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato una serie di misure per la sanità, tra cui:

  • Un aumento di mille euro ai medici, che si tradurrà in un aumento di circa 500 euro lordi al mese per i medici con meno di 10 anni di anzianità e di circa 1.000 euro lordi al mese per i medici con più di 10 anni di anzianità.
  • Un aumento del compenso per ogni ora aggiuntiva dei medici per ridurre le liste di attesa, da 60 a 100 euro.
  • Un aumento del compenso degli infermieri per ogni ora aggiuntiva per ridurre le liste di attesa, da 30 a 60 euro.
  • Un incremento del tetto per l’acquisto di prestazioni dal privato, dall’1% nel 2024 al 3% nel 2026.
  • Un rifinanziamento dei piani operativi regionali per ridurre i tempi di attesa, portandoli dal 3 al 4% del Fondo sanitario.

Il ministro ha inoltre dichiarato che il governo è al lavoro per risolvere il problema del buco da sei miliardi evidenziato dalla Corte dei Conti per lo sfondamento del tetto di spesa su Tac e dispositivi medici come le siringhe tra 2019 e 2023.

Queste misure sono state accolte con favore da alcune organizzazioni sindacali, che hanno sottolineato che rappresentano un passo importante per la valorizzazione del personale sanitario e per il miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale.

Tuttavia, alcune organizzazioni hanno anche espresso alcune perplessità, ad esempio sul fatto che l’aumento di mille euro ai medici non sia sufficiente a colmare il gap retributivo tra il pubblico e il privato.

Alcuni commenti sulle misure annunciate dal ministro Orazio Schillaci:

  • Carlo Palermo, segretario generale di Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri: “L’aumento di mille euro ai medici è un segnale importante, ma non è sufficiente a colmare il gap retributivo tra il pubblico e il privato. È necessario intervenire anche su altri aspetti, come la valorizzazione della professione e la riduzione del carico di lavoro”.
  • Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, il sindacato degli infermieri: “L’aumento del compenso per le ore aggiuntive è un passo importante per ridurre le liste d’attesa. Tuttavia, è necessario investire anche in nuove tecnologie e migliorare le condizioni lavorative degli infermieri”.
  • Antonio Gaudioso, presidente di Federsanità-ANCI, l’associazione nazionale dei Comuni italiani: “Le misure annunciate dal ministro sono un segnale importante, ma è necessario un impegno costante per migliorare il Servizio Sanitario Nazionale”.

Insomma un casino, su cui il ministro Schillaci e il Governo Meloni dovranno fare chiarezza per non creare ulteriori delusioni in un mondo fortemente in fibrillazione, ovvero quello della Professione Infermieristica, che da qualche mese vive una sorta di ripudio verso l’Italia, con trasferimenti in massa all’estero.

Leggi anche:

Bottega (Nursind): “anche tagliando le tasse sul lavoro non si risolve la carenza di Infermieri”.

Per la FESMED la Manovra fiscale del Governo Meloni non salverà Medici e Sanità Pubblica.

Andreula (OPI Bari): “La manovra stanzia più soldi per Medici e Infermieri. Era ora”.”.

Perché la Professione Infermieristica ha poca influenza su Politica e Governo Italiano?

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Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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