Schinco (CISL FP): “lacune di Palese e Montanaro su assunzioni Infermieri da Concorso, Mobilità e Stabilizzazioni”.

Michele Schinco (CISL FP) è arrabbiato nero: “nessuna risposta di Palese e Montanaro su assunzioni Infermieri da Concorso, Mobilità e Stabilizzazioni”.

E’ su tutte le furie Michele Schinco, segretario Cisl Fp Bari all’indomani del tanto atteso incontro tra sindacati del Comparto Sanità, assessore regionale alla sanità Rocco Palese e direttore del Dipartimento Promozione Salute Vito Montanaro. Alle domande delle organizzazioni sindacali su Concorso Infermieri, Mobilità, assunzione degli Idonei e Stabilizzazioni non hanno risposto e rinviato il tutto alle calende greche.

La Cisl Fp Bari a distanza di giorni dal tanto atteso incontro con il nuovo assessore Palese si è detta delusa: “ci aspettavamo delle risposte concrete rispetto alle aspettative legittime di migliaia e migliaia di lavoratori della Sanità – le parole del sindacato in una nota – parliamo degli infermieri del concorso vincitori ed idonei, del personale assunto per il Covid e che hanno fornito assistenza nei più grandi centri Covid-19, in primis in terra di Bari, vedi Ospedale delle Maxi emergenze, vedi Policlinico di Bari, Asl Bari, che ad oggi non hanno ancora nessuna certezza sul loro prossimo futuro in tema assunzionale”.

Schinco chideva “risposte immediate a fronte di una carenza documentata di oltre 8mila infermieri in tutta la regione Puglia; siamo fortemente delusi dall’inerzia e dai continui rinvii su argomenti inerenti la salute pubblica e ancor più il perdurare di un precariato laddove sono palesemente evidenti le carenze organiche che urgono di una presa di posizione degli organi istituzionali urgenti e non più rinviabili”.

E non è tutto. La CISL FP ha l’immediato sblocco assunzionale dei vincitori del concorso, la chiamata degli idonei e l’avvio delle procedure delle stabilizzazioni, oltre l’avvio immediato delle assunzioni, sia per i vincitori, sia per gli idonei e per l’avvio delle stabilizzazioni. E spiegano di essere pronti a “tutte le azioni consentite dalla legislazione al fine di riconoscere un sacrosanto diritto dei lavoratori” se dalle Asl non ci dovessero essere risposte.