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Mancano Infermieri e Ministro Schillaci vuole reperirli dall’India? OPI Ancona: “no a professionisti impreparati”.

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Per rimediare alla mancanza di Infermieri in Italia il Ministro Schillaci vuole reperirli dall’India. OPI Ancona: “no a professionisti impreparati”.

Mancano circa 70.000 Infermieri in Italia, nel pubblico e nel privato la situazione è diventata piuttosto grave, tanto da ipotizzare un futuro assistenziale con minore qualità. Per far fronte alle carenze, come noto, il ministro della salute Orazio Schillaci, ha pensato bene di invitare i colleghi Indiani a venire a lavorare nel nostro Paese.

Secondo Giuseppino Conti, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona, però meglio puntate su colleghi che abbiano “una professionalità certa, competenze in linea con le esigenze di assistenza e cura moderne e iscrizione all’albo degli infermieri, come noto detenuta dalla FNOPI”. Insomma servono regole certe a tutela del cittadino-utente-paziente.

L’Opi Ancona ha oltre 4.000 iscritti dei circa 12.000 infermieri marchigiani e più volte ha chiesto di garantire l’adeguamento continuo degli organici infermieristici tenendo conto degli attuali bisogni di salute e dei cambiamenti epidemiologici sopraggiunti garantendo al contempo di garantire lo sviluppo professionale.

Circa 20mila infermieri italiani hanno già accolto proposte lavorative all’estero allettati da remunerazioni più gratificanti e percorsi di carriera certi lasciando vacanti molti posti che andrebbero coperti con nuove unità di personale. In carenza di laureati in Scienze Infermieristiche Italia, supplire a queste carenze assumendo infermieri provenienti da altri paesi, secondo l’Ordine di Ancona è possibile, persino auspicabile a patto che sia adeguatamente regolamentato e controllato.

“Siamo decisamente preoccupati perché esercitare la professione in base al titolo conseguito all’estero dovrebbe prevedere una verifica delle reali competenze e requisiti minimi anche sotto l’aspetto linguistico prevedendo poi l’iscrizione all’Ordine che da statuto assolve alle sue funzioni”. Spiega Conti.

“Il lavoro dell’infermiere è prevalentemente di equipe e se alle carenze numeriche si associano carenze anche di competenze si rischia di non adempiere ai propri doveri deontologici di garantire a tutti i cittadini un’adeguata assistenza sanitaria, professionale e competente. Prevedere un’assunzione facendo valere un titolo rilasciato da un ente estero non riconosciuto a livello internazionale è quindi rischioso e potenzialmente molto pericoloso” – conclude il presidente dell’OPI di Ancona.

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