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In Emilia Romagna servono 7000 Infermieri e OSS, ma servono stipendi e ruoli migliori.

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In Emilia Romagna servono 7000 Infermieri e OSS, ma servono stipendi e ruoli migliori. Lo chiedono Cgil, Cisl e Uil.

I sindacati FP CGIL, FISASCAT CISL e UIL FPL esprimono la loro soddisfazione per le recenti parole del presidente del Consorzio Solco e di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, Antonio Buzzi.

Lo stesso Buzzi evidenziava che nelle strutture per anziani e disabili (ma non solo in esse) le paghe sono basse e i ritmi di lavoro elevati.

La difficoltà è iniziata da almeno cinque anni e la situazione è adesso drammatica: i problemi sono poi destinati a peggiorare, perché chi rimane deve affrontare carichi di lavoro difficilmente sopportabili e quindi molti continuano a uscire dal mondo socio-sanitario per cercare altri lavori. Come sottolineato più e più volte dai sindacati del settore e rimarcato ora dallo stesso Buzzi: “le attività sono troppo usuranti e le professionalità non sono riconosciute a livello economico” sia per quanto riguarda gli infermieri che per gli operatori socio sanitari.

“Nelle strutture socio-sanitarie in ER, su circa 40mila OSS, ne mancano tra i 2.500 e i 4mila, ossia tra il 5 e il 10%, secondo i dati forniti dal presidente, mentre per gli infermieri l’ammanco sfiora le 3000 unità. Il mancato riconoscimento di misure di welfare richieste dalle Organizzazioni Sindacali, come il bonus carburante, e la non attuazione del Premio Territoriale di Risultato contribuiscono poi a rendere meno attrattivo il settore” proseguono i sindacati.

“Essendo ora in una fase cruciale del rinnovo del contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali (scaduto nel lontano 2019 e con le retribuzioni ferme al palo), come sindacati dei lavoratori del settore non possiamo non augurarci che le parole di una personalità che riveste un ruolo di rilevanza strategica a livello nazionale possano imprimere alla trattativa l’accelerazione decisiva, richiesta a gran voce dalle lavoratrici e dai lavoratori” – spiegano Sara Massaroli di FP CGIL RAVENNA, Laura Chiarini FISASCAT CISL ROMAGNA e Leonardo Morelli per UIL FPL RAVENNA.

“La parte datoriale non potrà non tenere conto di queste dichiarazioni. L’allarme lanciato da Buzzi non deve cadere inascoltato: occorrono retribuzioni degne e ritmi di lavoro sostenibili. Come ripetuto da CGIL, CISL e UIL in tutte le sedi, la soluzione primaria per ridare dignità al lavoro non può che essere quella del rinnovo dei contratti scaduti e del loro adeguamento economico e normativo” – concludono all’unisono FP CGIL, FISASCAT CISL e UIL FPL.

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