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E’ guerra tra Infermieri di Comunità e Medici di Base. FIMMG: “troppe ingerenze e abuso di professione”.

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La Federazione Nazionale Medici di Medicina Generale (FIMMG) bacchetta gli Infermieri di Famiglia e di Comunità per presunte “ingerenze”. L’Ausl però li difende.

La FIMMG, ovvero la Federazione Nazionale Medici di Medicina Generale, è notoriamente una delle organizzazioni sanitarie nazionali più influenti sia dal punto di vista professionale, sia dal punto di vista politico, con diramazioni che si estendono in tutti i centri decisionali. Per questo quando la FIMMG parla (o scrive come in questo caso) le problematiche sollevate ricoprono dapprima dimensioni locali, per poi finire sulle cronache e sui tavoli gestionali che contano. E’ il caso della missiva di Claudio Casaroli, segretario provinciale della Federazione in quel di Ferrara, che parla apertamente di “ingerenze indebite” riferendosi agli Infermieri di Famiglia e di Comuntà. Ma l’AUSL di Ferrara chiarisce subito: “nessuna ingerenza, tutto regolare”.

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e imbufalire Casaroli sono state anche presunte “ingerenze” da parte degli Infermieri di Famiglia e di Comunità, che “giocano a fare il dottore, creando una turbativa nel rapporto medico-paziente”. Peccato che il Medico non riferisca che anche l’Infermiere instaura un rapporto di cura con il proprio assistito.

L’Infermiere di Famiglia e di Comunità è stato introdotto dall’AUSL di Ferrara, così come fatto in altre province e regioni italiane, per fornire maggiore qualità dell’assistenza soprattutto ai Pazienti cronici a domicilio. Ovviamente l’Infermiere si occupa delle sue attività, cercando di non andare oltre le proprie responsabilità e le proprie competenze. Spesso però è assai difficile farlo, perché in alcuni casi non vi è alcuna differenza tra prestazioni mediche e prestazioni infermieristiche.

Casaroli definisce importante la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità, però chiarisce nella sua lettera inviata a più di 200 medici di base, che in alcuni casi questo professionista “gioca a fare il dottore, creando una turbativa nel rapporto medico-paziente”.

“Da alcuni mesi stanno pervenendo crescenti segnalazioni su ingerenze indebite e spesso turbative del rapporto di fiducia medico di medicina generale-paziente perpetrate da alcuni infermieri di comunità dell’azienda Usl finanche al limite del reato di esercizio abusivo della professione medica” – spiga la FIMMG di Ferrara.

Contro di lui i sindacati Cgil, Cisl, Uil, FIALS, Nursing Up, Nursind e la stessa Azienda Unità Sanitaria Locale. Ad esempio Francesco Levato (componente del direttivo della Fimmg e neo nominato referente del Distretto e del Dipartimento cure primarie) invita tutti a stare più sereni, per “evitare una rottura tra medici e direzione generale”. Occorre mediare tra le parti, il muro contro muro non serve a nessuno. E soprattutto occorre conoscersi e conoscere quello che un professionista fa/può fare sul campo, senza che si parli necessariamente di ingerenza o addirittura di abuso di potere.

La lettera.

La lettera, così come riporta il collega de Il Resto del Carlino Federico Malavasi è chiara, ma non sempre è condivisibile. Il ‘caso infermieri’, si diceva, parte dalla comunicazione della Fimmg. Il sospetto della sigla è che dietro all’infermiere di comunità possa esserci “la malcelata idea di creare una nuova figura professionale che possa essere sostitutiva del medico di medicina generale”. Nella lettera inviata ai camici bianchi, il sindacato invita quindi a “farsi mettere per iscritto su carta datata e firmata ogni parere, proposta o indicazione che dovesse pervenire loro direttamente o indirettamente dagli infermieri di comunità” e a inviare “immediata segnalazione” sia ai propri referenti di Distretto che all’Ausl.

Le reazioni.

La prima risposta alla missiva della Fimmg arriva da Cgil, Cisl e Uil. I sindacati confederali, indicando “l’integrazione” come “elemento fondamentale delle reti tra operatori sanitari”, parlano di “un medico di base solo in difesa e lontano dal sistema, ancorato a logiche ormai superate”. L’approccio della sigla dei medici di medicina generale “rischia di determinare l’isolamento dei professionisti da loro rappresentati che, al contrario, meritano molto di più in relazione al ruolo che hanno nella rete dei servizi”. La replica dell’Ausl è affidata alla Direzione infermieristica e tecnica. “L’approccio che sottende all’attivazione degli infermieri di comunità è l’integrazione con i medici di medicina generale – spiegano da via Cassoli –. Non sono giunte all’attenzione dell’azienda situazioni di ingerenze da parte degli infermieri nell’attività dei medici che, qualora fossero state segnalate, sarebbero state valutate nelle sedi dedicate”. L’Ausl si riserva comunque di “verificare puntualmente” se tali episodi abbiano avuto luogo.

I tentativi i mediazione.

Un primo tentativo di placare gli animi dopo un giorno di botta e risposta arriva da Levato. Per prima cosa, il medico precisa due aspetti. Primo, dalle frasi di Casaroli emerge “il malessere di una categoria” e non “la ripicca del segretario per una mancata nomina” nell’azienda sanitaria. Sull’importanza dell’integrazione, Levato non discute (“Lo dimostrano l’assistenza domiciliare con infermieri e palliativisti, le vaccinazioni Covid, il lavoro nelle case famiglia”), ma si sofferma sul rischio di “intendere questa figura come autonoma, in sostituzione dei medici di base”. Detto ciò, conclude, “non serve una rottura con l’azienda. Di questi temi parleremo in un incontro con la direttrice generale Monica Calamai, nel quale esporremo la nostra posizione di collaborazione, ma sempre nel rispetto dei ruoli previsti dalla legge”.

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Dott.ssa Francesca Ricci
Dott.ssa Francesca Ricci
Francesca Ricci è una web-writer esperta in ambito sanitario. Da anni si occupa di questioni sociali, politica ed economia.
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