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Da Infermiere Pediatrico a Portalettere delle Poste: il sogno di Alessandro diventa realtà.

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Non trovava lavoro come Infermiere Pediatrico così si è riciclato entrando a far parte di Poste Italiane. Oggi Alessandro Bellora fa il portalettere e ne è fiero.

Le Poste Italiane oggi danno notizia di un collega Infermiere Pediatrico che ha deciso di diventare Portalettere. Si chiama Alessandro Bellora, ha 31 anni e vive a Piombia, ridente paesino dell’entroterra novarese.

Alessandro, come tanti altri Infermieri Pediatrici in Italia, ha preferito dopo la laurea di non convertire i suoi studi scegliendo la strada più comoda dell’Infermiere generalista. Così ha provato a fare mille lavori e alla fine è riuscito a coronare il suo sogno: diventare Portalettere.

Per la professione infermieristica si tratta di una vera e propria sconfitta. Gli Infermieri generalisti non si trovano, ma per gli Infermieri Pediatrici non vi è lavoro.

La forza di volontà che va oltre ogni ostacolo per una carriera a Poste Italiane. Vietato mollare, soprattutto in questi tempi nei quali trovare un lavoro è sempre più complicato. Figurarsi poi un impiego a tempo indeterminato. La prima regola è sempre quella: sperimentare e non abbattersi per i fallimenti, lasciando perdere anche il fatto di non riuscire a mettere a frutto i propri studi. L’edizione novarese de “La Stampa” racconta una storia di resilienza e ripartenza, con Poste Italiane in primo piano.

Li ha provati tutti.

Il protagonista è un trentunenne di Pombia, paesino di 2.300 abitanti della provincia di Novara, Alessandro Bellora. Laureato come infermiere pediatrico, un problema di salute ha bloccato sul nascere la sua carriera in corsia. Diventa poi docente all’Università del Piemonte Orientale, ma dura poco anche lì: “Non potevo essere confermato in cattedra per la mancanza di attività in ospedale”, sottolinea. Così ha dovuto reinventarsi: Cameriere prima, gelataio poi, passando per una gastronomia ed una piadineria. Ma niente di solido, soltanto contratti a temine senza prospettive: “Ho fatto di tutto – spiega – Nel frattempo l’età cominciava a diventare un guaio nella ricerca del posto, e in alcuni casi possedere una laurea era addirittura controproducente. Purtroppo la nostra generazione sconta la crisi che stanno attraversando molti settori. Tanti miei coetanei sono a casa.

La svolta lavorativa grazie a Poste Italiane.

Poi è arrivato l’annuncio di Poste Italiane e la sua vita è letteralmente cambiata. Alessandro nel 2017 risponde a un avviso del gruppo nel quale si cercavano postini per la provincia di Novara. L’esito è positivo e per lui comincia una nuova carriera, con un primo contratto triennale. Comincia dal suo paese, Pombia, battendolo in lungo in largo in automobile: “Questo mestiere è un gioco da ragazzi – spiega – Bisogna imparare le vie, studiare i percorsi più adatti per consegnare tutto nei tempi prestabiliti. Negli anni si è sviluppata anche la tecnologia e l’aggiornamento delle competenze è costante”.

Da portalettere ad addetto alla logistica.

Ora Alessandro, che vive a Novara, è tornato a Pombia e dallo scorso aprile ha firmato un contratto a tempo indeterminato con Poste Italiane, passando alla logistica: gestisce un flusso di lettere e pacchi mai inferiore ai 1600 articoli quotidiani, con picchi da 6.000 a Natale o nel periodo di Black Friday in un’are molto vasta del Piemonte che va dal Ticino Ovest sino alla zona di Borgomanero (gli altri due nella provincia sono a Novara ed Arona). “Questo settore mi ha sempre incuriosito – dice – e ora che lo vivo in prima persona, mi regala soddisfazioni. Qui a Poste Italiane percepisco meritocrazia e ora spero di fare carriera. Mi piacerebbe specializzarmi nel monitoraggio qualità, la divisione che si occupa di verificare la correttezza delle procedure”.

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