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Coronavirus. Nicola, il papà di una Infermiera: “perché dovete rischiare la vita per poco più di 1500 euro al mese?”.

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Emergenza Coronavirus. Nicola, il papà di una Infermiera: “perché dovete rischiare la vita per poco più di 1500 euro al mese? Prendete meno di un operaio e come un bidello. Dovete scendere in piazza e pretendere aumenti”.

Poco fa abbiamo ricevuto la chiamata del padre di una Infermiera. Lui si chiama Nicola e segue da lettore il nostro quotidiano. Vedendo quello che sta accadendo in Italia e nel mondo e vivendo la sanità raccontata dalla figlia ha voluto esprimente solidarietà a tutti i colleghi impegnati in prima linea nella guerra al Coronavirus, invitandoli a non arrendersi e a scendere in piazza per un futuro stipendiale differente da quello attuale.

La sua è un po’ la battaglia che da tempo stanno cercano di portare a termine i diversi sindacati della sanità, ma finora c’è stato sempre il silenzio spaventoso della politica, anche in questa fase di emergenza planetaria.

Il Covid-19 cambierà le carte in tavola? Se lo chiede Nicola, pensionato e con una figlia Infermiera impegnata sul fronte anti-Covid che non vede da tre mesi: “dovete avere tutti il coraggio di dire che non si può rischiare tutti i giorni la morte per 1500 euro al mese; la vostra professionalità e il vostro salvare vite umane oggi vale quanto quella di un operaio, poco più di un bidello, tanto mendo in un Medico e non è giusto; senza con ciò nulla togliere a queste categorie, che fanno bene il loro lavoro”.

“Dovete scendere in piazza, riprendervi i vostri diritti, la Politica e il Governo deve rispondervi – aggiunge – se i sindacati non lo fanno ritirate le tessere e invitate i vostri Enti Ordinistici ad essere al vostro fianco in questa battaglia di civiltà e di giusto compenso che interessa tutti, ma proprio tutti gli Infermieri, dalla base ai vertici”.

E’ un fiume in piena Nicola: “se sarà necessario anche noi genitori di Infermieri e futuri utenti scenderemo in campo con voi e vi sosterremo in prima linea, come lo faranno tutti i Pazienti che vi hanno conosciuti ed apprezzati per quello che fate, oggi con l’Emergenza Coronavirus, ieri in tutti gli altri campi dell’assistenza, domani in quella che sarà una dura guerra contro la povertà e a favore di chi non potrà permettersi le cure. Molti di voi sono morti di Coronavirus e spesso senza il conforto di una mamma o di un papà oppure di un familiare; e questo è orribile”.

“Non fermatevi, siamo tutti con voi” – conclude.

Sicuramente nessuno di noi si fermerà!

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