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Bellitti (FIALS): Infermieri, Oss e Professioni Sanitarie si ammalano di Covid. Urge campagna monitoraggio in Basilicata.

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Bellitti (Fials): il Covid dilaga tra gli operatori sanitari urge una campagna regionale di monitoraggio e assicurare i tamponi rapidi al personale sanitario a rischio tenuto in servizio.

«La Regione Basilicata deve immediatamente organizzare una campagna di tamponi per il personale Sanitario come misura di sorveglianza durante tutto il periodo pandemico e inoltre organizzare i servizi per attuare le nuove norme che dal 1° gennaio aboliscono la quarantena per il personale sanitario entrato in contatto stretto con un Positivo». Ad avanzare la richiesta urgente è la segreteria della Fials lucana, Luciana Bellitti. Dal 1° gennaio, infatti, non è più prevista la quarantena: il personale a rischio resta in servizio ma deve sottoporsi per cinque giorni consecutivi a tamponi rapidi. “A chi tocca organizzarli?” si chiede la dirigente sindacale: “non è pensabile infatti che se ne debbano fare carico personalmente i lavoratori, viste anche le difficoltà e le lunghe code per i tamponi “privati”.
Destano, del resto, grande preoccupazione i dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità e impongono uno sforzo importante per la sorveglianza: “Nelle ultime 72 ore – ha precisato Luciana Bellitti – abbiamo registrato un aumento di oltre 6mila operatori sanitari infettati. Particolarmente grave, in questo contesto, la sporadicità del monitoraggio in Basilicata.
Mentre i tamponi molecolari sarebbero effettuati con una cadenza regolare nella maggior parte delle strutture del territorio nazionale, nelle Aziende Sanitarie Lucane vengono eseguiti solo nel caso di sintomi conclamati o di precedenti tamponi antigenici positivi.
«Con il velocissimo dilagare del contagio – spiega la segretaria regionale della Fials – si rivela del tutto inadeguata e pericolosa la routine dei tamponi rapidi. Nel caso in cui l’operatore sanitario risultasse positivo a uno di questi test, effettuerebbe subito un molecolare, ma in molte strutture continuerebbe a lavorare per almeno altre 48 ore in attesa del risultato di quest’ultimo, rischiando di infettare colleghi, pazienti e familiari”.
“Occorre quindi – conclude Luciana Bellitti – assicurare la sequenza dei tamponi rapidi per il personale a rischio mantenuto in servizio e calendarizzare una campagna urgente di monitoraggio per il personale sanitario”.

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