In Basilicata la FP CGIL e la UIL FPL sono sul piede di guerra: gli Infermieri e OSS improvvisamente da eroi sono considerati zavorre.
C’è solo un passo tra lo status di eroe e la zavorra. Al culmine della pandemia, erano l’avamposto di un sistema sanitario in difficoltà, sopraffatto dal virus. Senza di loro il sistema rischia il collasso. Con il passare del periodo di emergenza, infermieri e assistenti sociali si sono ritrovati come “lavoratori a tempo”.
L’Azienda sanitaria di Potenza (ASP) ha presentato un piano assunzioni significativo, ma ha eliminato un gran numero di camici bianchi “precari”, la cui stabilità ha coperto un velo di silenzio. Quello che l’Asp ha presentato ai sindacati è un quadro drammatico, dal 1° ottobre alla fine di dicembre ci sarà un doloroso programma di risoluzioni dei contratti a tempo determinato. Si tratta del personale che soddisfa i requisiti di stabilità. Ventuno infermieri torneranno a casa a fine settembre e altri 14 a fine dicembre, arrivando a fine 2023 con 35 posti di lavoro in meno. Per quanto riguarda Oss si parla di circa 15 unità che non possono più operare dal 30 settembre.
“Un percorso – sottolineano Giuliana Scarano e Sandra Guglielmi della Fp Cgil di Potenza e Raffaele Pisani della Uil Fpl del capoluogo lucano – che il nuovo indirizzo generale dell’Asp ha dichiarato va certamente attuato tenendo conto del tetto di spesa per il personale, ma ciò a nostro avviso non è lungimirante e, soprattutto, non tiene conto della serie di promesse che la Regione Basilicata ha fatto per prima ai tanti esperti che da anni attendono risposte”.
“Lo stesso assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli – ricordano i sindacalisti – ha dichiarato che nessuno degli operatori che avevano dimostrato professionalità durante il periodo Covid uscirà dal sistema. E piuttosto impressionante è l’approccio contabile alle questioni sanitarie”.
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