Scende in campo la FP CGIL. Infermieri e OSS ormai al collasso ad Empoli. O si interviene subito oppure sarà la fine.
Infermieri e Operatori Socio Sanitari (OSS) delle degenze ospedaliere sono al collasso e in completo burnout all’ospedale “San Giuseppe” di Empoli. O si interviene con tempestività o sarà la fine. A lanciare l’allarme è Simone Baldacci, coordinatore della FP Cgil, che punta il dito conto i vertici aziendali per le condizioni pessime in cui sono costretti a lavorare i professionisti sanitari e il personale di supporto in una delle degenze mediche più grandi di tutta la Asl Toscana Centro, che conta sei reparti da 24 posti.
“La situazione è ancora più critica” – spiegano dalla FP CGIL.
“I problemi sono di vario genere – spiega il coordinatore del sindacato Baldacci – Innanzitutto manca il turno degli operatori socio sanitari 24 ore su 24 nelle degenze chirurgiche, che sono tre “.
Nel presidio di viale Boccaccio, a quanto si è appreso, non è neppure mai stato attivato completamente il cosiddetto “modello delle cellule“: ogni reparto è suddiviso virtualmente in cellule ognuna delle quali ha come responsabile dal punto di vista assistenziale un infermiere che segue direttamente otto pazienti, supportato da un oss. Le cellule a loro volta si avvalgono della collaborazione di un ulteriore infermiere, denominato di percorso, che ha principalmente la funzione di sbrigare tutta la parte amministrativa, burocratica e logistica, agevolando il percorso ospedaliero fino alla dimissione.
“All’ospedale di Empoli l’infermiere di percorso non è mai stato previsto – dice Baldacci – e gli infermieri di cellula devono sobbarcarsi anche tutti i compiti che attengono all’amministrazione”.
E purtroppo non è tutto: “al San Giuseppe è stato trovato un accordo per smaltire il lavoro del pronto soccorso che è sempre pieno. In pratica – spiega il sindacalista – al mattino nei reparti di medicina vengono aggiunti un paio di posti dove un infermiere, che rientra nel suo giorno libero o che ha fatto la notte, fa la presa in carico dei pazienti che la sera precedente hanno sostato in pronto soccorso. Gli sforzi che si richiedono al personale in servizio non sono più accettabili. Senza contare che ci sono almeno dodici maternità in corso che non sono state sostituite. Per non parlare del fatto che da anni non è stata prevista alcuna sostituzione del personale assente per beneficiare dei congedi parentali o dell’assistenza a parenti titolari di legge 104”. Con il periodo estivo alle porte e il personale che inizierà a godere delle legittime ferie il rischio concreto è che chi resta in servizio si vedrà raddoppiare il carico di lavoro. “Per la prima volta in dieci anni l’azienda non ha previsto un pacchetto di infermieri e oss che possa andare a sostituire i colleghi in ferie. Siamo soltanto a maggio e lo scenario che ci troviamo davanti è davvero preoccupante” – conclude Baldacci.
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