Daniela, Infermiera: “il Super-OSS? E’ una grande vittoria per l’Infermiere”.

Ci scrive Daniela, Infermiera di RSA: “per me il Super-OSS veneto è una vittoria senza precedenti per la Professione Infermieristica”.

Buona sera Direttore,

sono Infermiera in RSA. Mi sento una mosca bianca, voglio scrivere il mio pensiero, ma se lo faccio in un commento di post Facebook credo si possa scatenare un po’ di scompiglio.

Le parole determinano i nostri pensieri e di conseguenza le nostre azioni ed ecco le mie parole e le azioni che vorrei perché i pensieri ci sono già da tanto tempo.

Io vedo la “specializzazione” della figura OSS in Veneto come una grande vittoria per la professione infermieristica.

Nell’assistenza, la raccolta dei dati rimane “mia”, la decisione di attribuire o meno un compito rimane “mia”, il controllo dell’avvenuta assistenza e la sua valutazione rimangono “mie” quindi?

L’OSS rimane comunque una figura ausiliaria anche se avrà maggiori conoscenze e quindi l’Infermiere potrà all’occorrenza meglio gestire l’assistenza.

Io per prima non farei svolgere tutti i compiti previsti per l’OSS specializzato da tutti i diplomati. Voglio vederlo lavorare, voglio sentire fiducia, voglio partecipare alla sua crescita e sceglierò come gestire le attività in base a chi ho in turno. Per esempio, può esserci anche ora un OSS a cui non faccio rilevare la Pressione perché non mi fido ma poi ce ne sono 5 in cui ho fiducia e procedo a un controllo solo in caso di rilevazione alterata. Allora mi chiedo, non gli dobbiamo più far provare la PA oppure dobbiamo essere formatori ogni giorno che indipendentemente dal pezzo di carta, osservano e valutano ogni giorno il personale di supporto assegnato e rimodulano l’organizzazione in base alle fragilità e ai punti di forza del gruppo di lavoro di quel turno specifico in quel giorno diverso da tutti gli altri.

Se la figura dell’OSS evolve, anche Noi Infermieri potremo finalmente procedere. In RSA con questa novita’ avrei più tempo per vigilare sui miei residenti e per ascoltarli. L’ascolto è tempo di cura.

Tutto ciò, nella mia visione, determinerebbe un aumento della qualità del mio operato.

Grazie per avermi letto, spero con le mie parole, di aver piantato un seme.

Daniela, Infermiera di RSA