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Rischio collasso nelle RSA e RAA: SHC a Fnopi: “Infermieri e OSS devono viaggiare insieme”

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Gli Infermieri abbandonano in massa le RSA e le RAA e tutto ricade sugli OSS. SHC chiese incontro a Fnopi per un percorso comune di denuncia.

Per far fronte alla carenza ormai non più sostenibile degli Infermieri dalle Residenze Sanitarie Assistenziali e dalle Case di Riposo il sindacato Shc Oss scrive alla Fnopi chiedendo un urgente incontro.

L’obiettivo è quello di creare un percorso univoco di denuncia e di presa di coscienza di quello che sta accadendo da tempo in queste strutture e che si è ingigantito a dismisura dall’avvento della Pandemia Covid.

La lettera di Shc Oss alla Fuori.

Alla Presidente Fnopi
Dott.ssa Mangiacavalli Barbara

Oggetto: richiesta incontro urgente – situazione oss – infermieri rischio collasso assistenziale nelle RAA – RSA.

La scrivente OS ritiene importante confrontarsi con il Vostro Ordine sulla categoria dell’OSS.
Oggi molte Rsa e RAA sono al collasso per carenza di personale e per sopperire a tale mancanza stanno utilizzando l’operatore socio sanitario attribuendogli competenze infermieristiche.

Manca personale anche nel settore pubblico, privato e sociale. La soluzione non può essere quello di ambire all’oss di responsabilità infermieristica, lasciando che l’assistenza di base crolli e che molti servizi sul territorio scompaiano.

La carenza di personale è un problema che si trascina dal 1990, oggi con la pandemia emerge in modo eclatante la carenza del personale assistenziale. Come categoria dobbiamo garantire la sopravvivenza di questi servizi, è un dovere nei confronti dei numerosi anziani spesso non autosufficienti e delle loro famiglie, ma anche di tutti quei lavoratori che sono impiegati in queste strutture, adeguando i parametri assistenziali sanitari e socio sanitari.

C’è la necessità di intervenire urgentemente sulla riforma della formazione e delle competenze dell’oss, rimodellare l’organizzazione dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria, rivendendo il modello di cura, cercando anche di capire la molteplicità dei servizi in cui deve operare l’operatore socio sanitario.

Non è tuttavia possibile persistere con questa formazione ferma dal 2001, obsoleta, e non controllata poiché continuano a elargire anche attestati OSS falsi con scarsa preparazione e zero tirocini, senza contare a formazione disomogenea tra regioni e regioni; tutto questo mette l’assistenza in condizioni precarie e insoddisfacenti anche verso una forza lavoro.
Il Sistema Sanitario nazionale in questo periodo particolare ha messo in evidenza non solo la carenza infermieristica, ma anche quella dell’operatore socio sanitario con una particolare gravità per quanto riguarda il cittadino utente. Molti infermieri hanno lasciato le Rsa, le RAA, il territorio domiciliare, le carceri, per aderire ai bandi delle ASL che offrono condizioni retributive migliori.

Questa opportunità attrae fuori da ogni regione, un numero considerevole di infermieri lasciando sguarnite le RSA, le RAA, e il territorio.
Spesso molti operatori rifiutano le assunzioni in queste strutture poiché è ridotta la qualità assistenziale, la parte economica è al limite della sopravvivenza, la tutela dello stesso operatore viene a mancare verso la legge 81, ancor peggio vengono utilizzati studenti senza titolo di oss.

Sono imposte all’oss competenze espressamente infermieristiche con rischi connessi verso l’ospite, senza contare che queste strutture diminuiscono le ore retributive agli operatori, non assumono personale, aumentano il numero di ospiti non autosufficienti in misura eccessiva e inappropriata con spreco di risorse per non chiudere, con cure che non sono calibrate ai bisogni dei pazienti; senza contare la mala sanità, ma soprattutto pur essendo strutture private, ma essendo autorizzate a operare dalle Asl ed essendo spesso in convenzione devono essere considerate a tutti gli effetti concessionari di pubblico servizio.

Le regioni e i comuni utilizzano studenti oss attraverso delibere regionali per sopperire alla carenza di infermieri e oss, impiegando anche personale non qualificato in deroga alla somministrazione della terapia e di manovre esclusive dell’infermiere.

Sarebbe importante terminare il documento elaborato con la Fnopi e la federazione Migep considerata, la criticità molto preoccupante su com’è gestita la formazione dell’operatore socio sanitario.

Apprezziamo molto la sentenza del Tar sulla delibera regionale del Veneto n 305 del 16 marzo 21 che sospende fino alla sentenza definitiva l’utilizzo dell’operatore socio sanitario specializzato con competenze infermieristiche.

Questo tracollo della mancanza di personale porterà un crollo del sistema socio sanitario, con la chiusura di molti reparti e strutture e non si può limitare a distaccare personale dal pubblico al privato con convenzioni, o inventarsi mini infermieri, non si risolve il problema e neanche la mancanza del personale. E non si trova attraverso aumenti contrattuali la soluzione, poiché la mancanza di personale rimarrà irrisolta come l’abuso di professione e il demansionamento.

Vorremmo costruire insieme con Voi e alla federazione Migep alcune misure da mettere in campo per affrontare la grave mancanza di personale, che mette l’infermiere in demansionamento e l’oss in abuso di professione, ma soprattutto tutelare l’utente nelle RSA e nelle RAA.

La scrivente ritiene urgentemente rivedere la formazione dell’operatore socio sanitario, le competenze, gli standard assistenziali, ma soprattutto tocca a tutti noi e ai rappresentanti delle categorie (Fnopi – Migep) garantire la sopravvivenza del sistema assistenziale e impostare un serio piano di riforma aggiornando il modello di cura.

In attesa di un riscontro positivo e di un incontro si porgono distinti saluti.

La Segreteria Nazionale SHC OSS

Loredana Peretto – Matteo Giachetta

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