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FNOPO sull’ipotesi di CCNL Sanità 2019-2021: «Differenze al limite della discriminazione».

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L’intesa raggiunta tra sindacati e ARAN sul documento “Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al Personale del Comparto Sanità’ – Triennio 2019 / 2021” è finalmente un’ottima notizia per gli oltre 500mila lavoratori del Comparto Sanità che avranno così rinnovato il proprio contratto.

Purtroppo, però, non c’è solo l’entusiasmo per un provvedimento atteso da anni.

Il documento, infatti, contiene misure che di fatto formalizzano differenze al limite della discriminazione tra professionisti dello stesso comparto i quali di recente, con l’emissione del francobollo delle professioni sanitarie, hanno ricevuto analogo riconoscimento di stima da parte del Ministero vigilante.

Il riferimento esplicito

è alla diversa trattazione economica per indennità specifica professionale che non essendo riconosciuta nella stessa misura a tutti svilisce ostetriche/i e altri professionisti sanitari», afferma il Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica/o.

«In particolare, un rapido calcolo delle cifre riportate nelle tabelle dimostra come proprio all’ostetrica/o sia riconosciuta la quota economica minore rispetto a tutti gli altri professionisti delle aree Professionisti della salute e funzionari, area assistenti, area operatori.

Una differenza di trattamento che mortifica

migliaia di professionisti che non vedono così riconosciuto il proprio lavoro quotidiano – spiegano i vertici nazionali della professione ostetrica -.

Alla professione Ostetrica è attribuita, infatti, l’indennità professionale specifica e l’indennità tutela del malato e promozione della salute con un valore economico inferiore ad operatori tecnici senza formazione accademica e impiegati nelle stesse unità operative dell’ostetrica/o.

Tutto questo nonostante l’ostetrica/o affronti un impegno psicofisico intenso e continuativo h24 7 giorni su 7 nei diversi setting clinico assistenziali, in contesti organizzativi spesso caratterizzati da ridotte risorse ostetriche, a rischio biologico, con ritmi stressanti, in situazioni emergenziali e con turni faticosamente sostenibili che pongono la propria salute a rischio per infortuni sul lavoro.

Inoltre l’ostetrica/o

ha maggiori e legittimate aree e situazioni nelle quali opera in totale autonomia e responsabilità, con riconosciuta competenza diagnostica, prescrittiva e assistenziale (DM740/94), tanto che l’ammontare del premio assicurativo per colpa grave ha un costo spesso raddoppiato rispetto a quello degli di altri professionisti sanitari», sottolineano i componenti del Comitato centrale FNOPO.

«L’auspicio – conclude la presidente nazionale FNOPO, dott.ssa Silvia Vaccari – è che si possano attivare tutti i canali competenti per apportare correttivi a quanto già approvato, affinché le ostetriche/ci non si sentano più come una categoria di terz’ordine ma vedano riconosciuto concretamente il valore sociale del proprio lavoro, svolto sempre a tutela della salute della donna, della coppia e della comunità».

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