OSS sfruttati e illusi, ora meritano un contratto vero e degno della loro vera mansione.

In Sicilia addetti alle pulizie utilizzati come Operatori Socio Sanitari, ma inquadrati come personale delle pulizie. Insorgono FdI e FSI USAE.

Ad Acireale, in Sicilia, operatori assunti dalla locale azienda sanitaria pubblica fanno mansioni da OSS, ma in realtà non lo sono nei fatti. Sul caso intervengono la senatrice Drago (FdI) e il sindacalista Coniglio (FSI-USAE), che chiedono una soluzione contrattuale rapida del problema.

“La vicenda dei lavoratori socio assistenziali degli ospedali di Acireale (ma non solo) che da giorni sono in agitazione per il rinnovo del contratto, necessita di un intervento normativo che faccia definitivamente chiarezza su almeno 13 anni di approssimazione. Un contratto capestro, che se da un lato da lavoro e rappresenta fonte di sostentamento alle famiglie, dall’altro mortifica una professionalità acquisita, poiché non riconosce le mansioni effettivamente svolte da ciascuno”. E’ quanto comunica la senatrice Tiziana Drago (Fratelli d’Italia), esponente della XI Commissione permanente Lavoro pubblico-privato e previdenza sociale, che nei giorni scorsi ha incontrato un gruppo nutrito di operatori tecnici dell’Ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale.

I lavoratori, stando a quanto riferito dalla Drago, da 13 anni vengono assunti come pulizieri, ma nei fatti e con un tacito riconoscimento del ruolo, svolgono tutt’altra mansione, ben più delicata, di Operatore Socio Sanitario (OSS).

“Ho avuto uno scambio di pareri informale con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, nel corso del quale abbiamo rilevato l’incongruenza contrattuale sostanziale e formale, e non c’è dubbio che dopo così tanti anni, la soluzione debba andare nell’unica strada della definizione di un contratto che chiarisca e riconosca le mansioni. Affronterò la questione anche in Commissione Lavoro” – aggiunge la Drago.

“I lavoratori vengono assunti da anni da diverse ditte esterne (COLOCOOP, PFE-SPA, DUSSMANN SRL) alle strutture che di volta in volta si aggiudicano il servizio – ha aggiunto il segretario regionale di FSI-USAE, Calogero Coniglio – i contratti applicati riportano la dicitura ‘ausiliario ospedaliero’ che di fatto non è prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL)”.

“Riteniamo che questi lavoratori soprattutto in quest’ultimo anno di pandemia Covid19 siano stati un anello fondamentale per la tenuta dell’intero sistema sanitario. L’ospedale di Acireale, in particolare, è stato trasformato in Covid-Hospital e tutti i lavoratori hanno affiancato il personale infermieristico a contatto con i pazienti positivi e ammalati di Covid, alcuni di loro sono stati anche contagiati. Nessuno, hanno riferito i lavoratori, ha ricevuto alcun indennizzo, o bonus Covid. Dal 2009 ad oggi, quasi tutti i lavoratori hanno perfino conseguito un attestato di assistente socio sanitario, quasi un beffa che non può più perpetrarsi. Questi lavoratori meritano rispetto, dalle Istituzioni innanzitutto” – ha concluso la senatrice di FdI.

Il problema reale, però, è che non tutti gli interessati hanno conseguito nel frattempo un attestato di qualifica quale Operatore Socio Sanitario (OSS). Anche per questo la vicenda sembra piuttosto ingarbugliata e assai difficile da risolvere.